I segreti delle attività di scavo al sito Unesco di Su Nuraxi, con passaggi inediti dell’attività condotta negli anni ‘50 dal professor Giovanni Lilliu e da chi ha lavorato agli scavi di uno dei più importanti siti archeologici isolani, ma anche uno spaccato delle altre più recenti scoperte in Marmilla con testimonianze e studi sulle ricerche in campo archeologico nel territorio.
Sono tra i temi che hanno accompagnato la seconda giornata del ciclo di conferenze organizzate al centro G.Lilliu a Barumini; dalla Fondazione Barumini Sistema Cultura e dalla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Cagliari e Oristano.
Una serata di confronto per approfondire i temi delle scoperte archeologiche e le ultime novità sugli scavi nel territorio. Ma l’appuntamento si è svolto in un momento del tutto particolare. Sabato 19 febbraio, ricorre il decennale della scomparsa dell’Accademico dei Lincei, Giovanni Lilliu. E proprio per questo la Fondazione ha voluto dedicare questo appuntamento al ‘Sardus Pater’, raccogliendo le testimonianze e i ricordi della vita del professore; da chi lo ha conosciuto, come quella del professor, Alberto Moravetti, suo grande amico.
I quaderni del Professore
Durante i lavori, coordinati da Caterina Lilliu e dopo i saluti del sindaco di Barumini, Michele Zucca e del presidente della Fondazione, Emanuele Lilliu; è stato tracciato un approfondimento curato da Giampaolo Salice e Carlo Lugliè, sui temi degli scavi a Su Nuraxi; con l’intervento intitolato “Dal materiale all’immateriale.Il quaderno di scavo di Su Nuraxi al tempo dell’umanistica digitale”. I due esponenti dell’Università di Cagliari, hanno presentato in anteprima il progetto Unica focalizzato sulla digitalizzazione dei quaderni di scavo del professor Lilliu.
Documenti fragili e inediti che grazie ai processi computerizzati portati avanti dall’Università, sono stati scansioni; saranno messi a disposizione di tutti per preservare i segreti e i dettagli che hanno accompagnato le singole giornate degli scavi a Su Nuraxi. Dai ricercatori universitari il messaggio dell’importanza dei nuovi sistemi digitali per valorizzare anche le opere archeologiche sarde e non solo. A seguire, Gianfranca Salis, Chiara Pilo e Federico Porcedda, della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Cagliari e Oristano hanno tracciato il percorso sui nuovi scavi e ricerche archeologiche tra Marmilla e Trexenta, in particolare concentrandosi sul Santuario Federale di Santa Vittoria di Serri e i nuovi interventi.
Interventi
“Il legame tra il professor Lilliu e Su Nuraxi va oltre quello tra un archeologo e uno dei monumenti più importanti della Sardegna, perché è stato un uomo che ha influenzato lo sviluppo culturale ed economico della comunità di Barumini – dice portando i suoi saluti all’appuntamento, Emanuele Lilliu, presidente della Fondazione – il grande valore scientifico del professor Lilliu, profondo conoscitore della cultura sarda in tutte le sue molteplici forme, si intreccia con il destino del paese e di questo territorio. L’augurio e l’invito, sulla scia di quello che ha rappresentato Lilliu, è che le nuove generazioni possano continuare in questa strada tracciata”.
Per Gianluca Lioni, portavoce del ministro della Cultura, Dario Franceschini, in collegamento video “l’appuntamento di oggi rende omaggio a una figura straordinaria e di prestigio nazionale e internazionale – sostiene – un intellettuale a 360 gradi attento ai bisogni della comunità e non si è mai sottratto all’impegno civile e politico nelle istituzioni. In questa fase difficile e carica di incognite ma anche di opportunità che attraversa oggi la Sardegna, ci manca la voce di un intellettuale lucido e lungimirante come professor Lilliu”. “L’opera del più grande archeologo della Sardegna, ci ha dato una visione del mondo nuragico sezionato in tante parti e ci ha offerto uno schema di lavoro – sottolinea Alberto Moravetti, professore dell’Università di Sassari e grande amico di Lilliu tracciandone la sua figura – lui aveva una grande capacita di lettura dell’architettura e altrettanta conoscenza dei materiali. Le fasi da lui individuate sono alla base dell’archeologia moderna che conosciamo”.