Di seguito potete ascoltare la Conferenza stampa avvenuta il 16 febbraio,durante la premiazione della 72esima edizione del Festival di Berlino
Torna sotto i riflettori della Berlinale l’affezionato regista e sceneggiatore sudcoreano Hong Sang-soo. Nel 2017 il film On the beach at night alone vinse l’ Orso d’argento per la categoria migliore attrice a Kim Min-he, mentre nel 2020 The woman who ran vinse quello per Miglior Regia.
Un habituè dei quattro maggiori festival europei, Hong Sang-soo porta a casa l’ Orso d’argento Gran Premio della Giuria per il film So-seol-ga-ui yeong-hwa (The Novelist’s film). La pellicola è l’anima del cinema d’autore sudcoreano Hong che smonta qualunque tensione con la solita dolce autoironia. Regalando l’ennesimo film che non deluderà gli appassionati, anche grazie alla presenza delle due eccezionali protagoniste Lee Hyeyoung e Kim Minhee.
un nuovo gioco di intrecci, di incontri casuali, tra passeggiate, soste culinarie che si snodano in cinque quadri. Il regista sudcoreano propone una nuova metariflessione sul suo cinema, stavolta al crocevia con la letteratura, con un predominante punto di vista femminile.
Hong-soo: Cinema che unisce arte e vita
A differenza dei registi Kim Ji-woon, Bong Joon-ho e Park Chan-wook, che prediligono il modello di cinema americano, Hong utilizza codici e linguaggi più vicini ad un mondo europeo. Il suo è un cinema lirico e minimalista, si abbandona alla bellezza delle cose e i personaggi sono colti alla sprovvista dagli eventi. Un modo di raccontare totalmente differente rispetto a quello dei registi del thriller alla coreana. Hong si abbandona alle immagini e che si lascia andare davanti la macchina da presa. Il cinema di Hong Sangsoo prosegue nel suo stile sempre più rarefatto,minimalista e sensoriale. Il bianco e nero è la firma per eccellenza del nostro regista. Prende colore con i dialoghi brillanti e puri, incorniciati da dalle inquadrature che trascinano lo spettatore in una dimensione intima. Il progetto estetico di Hong è famoso non per gli spostamenti di macchina,bensì per le inquadrature zoomate che catturano lo spettatore e lo trascinano in una dimensione catartica