Circa il 90% delle persone intervistate in 28 paesi ritiene che avere un Trattato globale sulla plastica sia importante per affrontare la crisi dell’inquinamento da plastica; inoltre, l’85% desidera che produttori e rivenditori siano ritenuti responsabili del fine vita degli imballaggi in plastica.
L’opinione degli italiani intervistati è tra le top ten: siamo al sesto posto con una percentuale del 94% degli intervistati a favore del trattato. Lo rivelano il Wwf e la Plastic Free Foundation hanno commissionato all’Ipsos un’indagine su 20.000 cittadini tra i 17 e i 74 anni intervistati a fine 2021: il primo sondaggio completo e globale sulla necessità di un trattato per affrontare l’inquinamento da plastica.
Questi risultati dovrebbero rafforzare l’urgenza di stabilire standard globali per affrontare le fasi del ciclo di vita della plastica e definire la strada per porre fine all’inquinamento da plastica entro il 2030. I riflettori, ora sono puntati sugli stati membri che dovranno avviare negoziati alla prossima assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente prevista a fine febbraio.
Al Governo italiano il Wwf chiede di correggere le disposizioni introdotte nella normativa italiana di recepimento della direttiva comunitaria ‘Sup’ sulla plastica monouso, rafforzando, come è stato chiesto dalla Commissione Europea, le misure che disincentivano il monouso e sostengono il ricorso a imballaggi riutilizzabili.
Rivelazioni del sondaggio
Il sondaggio rileva una forte richiesta pubblica per un’azione ambiziosa e coordinata. I paesi dell’America Latina sono in testa con il 93% degli intervistati che riconosce l’importanza di un Trattato globale sulla plastica, seguiti dai cittadini europei coinvolti dall’indagine e dell’area asiatica del Pacifico. La percentuale di persone che pensano che un Trattato sia importante è più alta in Messico, Cina e Perù, l’Italia al sesto posto con il 94% degli intervistati a favore.
Inoltre, circa tre quarti del campione di intervistati pensa che la plastica monouso debba essere bandita e l’82% afferma di voler acquistare prodotti la minore quantità c possibile di imballaggi in plastica. Il sondaggio ha rilevato che l’85% degli intervistati desidera che produttori e rivenditori siano ritenuti responsabili della riduzione, del riutilizzo e del riciclo degli imballaggi di plastica.
La consapevolezza dell’opinione pubblica e la preoccupazione per la crisi della plastica sono aumentate poiché il problema del consumo eccessivo e dell’inquinamento di plastica è cresciuto: con l’attuale modello di produzione-utilizzo si avrà il raddoppio della produzione di rifiuti di plastica e la triplicazione della diffusione di plastica negli oceani entro il 2040, rispetto al 2016.
2.144 specie di microbi, piante e animali sono interessate dall’inquinamento provocato dalla plastica, mentre i costi sociali, ambientali ed economici di quella prodotta nel solo 2019 sono stimati in almeno 3,7 trilioni di dollari USA nel corso del suo periodo di ‘vita’.