Rette universitarie salatissime, costi per singolo studente ingestibili e un sistema di tutoraggio farraginoso.
Sono queste le principali criticità emerse dall’approvazione del decreto direttoriale 2711/2021 del Ministero dell’Università. Stabilendo un aumento del personale docente, danneggia di fatto il sistema degli atenei telematici. Un’altra beffa a pochi giorni di distanza dalla loro esclusione ai fondi stanziati con il protocollo d’intesa “PA 100 e lode”. Firmato dai ministeri della Pubblica Amministrazione e dell’Università a vantaggio delle sole università iscritte alla CRUI.
Secondo le prime stime dell’Università Cusano, la necessaria assunzione di altri professori per singolo corso di laurea porterebbe le rette universitarie dagli attuali 3.000 euro.
Un esborso enorme richiesto agli studenti, molti dei quali iscritti a una telematica in cerca di una laurea perché già lavoratore, quindi con tempi difficili da gestire in presenza . Questi importi sarebbero problematici da sostenere, il che si tradurrebbe inevitabilmente nell’impossibilità per loro di accedere al mondo accademico.
Allo stesso tempo l’aumento dei docenti porterebbe il costo studente fra gli 8.500 e gli 11.000 euro con pesanti ricadute. Alle telematiche non è garantito la stessa modalità di accesso ai fondi statali delle università tradizionali. E questo nonostante siano riconosciute a tutti gli effetti dal ministero dell’Università e della Ricerca. A loro viene riconosciuto un contributo di un centinaio di migliaia di euro. contro i circa 10 miliardi di euro che lo Stato, invece, elargisce agli atenei in presenza, statali e privati, facenti parte della CRUI.
Secondo poi i dati in possesso dell’Unicusano, i costi medi espressi dal Mur a pagina 15 del Direttoriale in verità non combaciano con i veri costi sostenuti per i professori ordinari e associati: il costo medio per un professore ordinario non è di 115.000 euro ma circa 158.000 e per un professore associato non è 80.000 ma circa 109.000.