Il mare e il vento animano uno degli sport più affascinanti che esistano: il kitesurf. Però, lo spazio che gli riserva il mondo dei media è purtroppo spesso nella cronaca nera piuttosto che in quella sportiva. Il kitesurf, infatti, è uno sport con dei rischi di incidente, se non si segue un progetto serio sulla sicurezza.
Dal 2010 parte quindi il percorso di Francesco Oppedisano per capire le motivazioni dei moltissimi incidenti registrati in questo meraviglioso sport. CONI e Federazione Italiana Vela secondo Oppedisano, non dovrebbero lasciare lo sviluppo di questo sport ad aziende private non federali. Potrebbero dare vita ad un comitato scientifico di settore, analizzare il valore di questo sport, aderire a regolamentazioni internazionali univoche sui metodi di istruzione e fissare dei parametri di sicurezza.
Normalizzare l’istruzione del Kitesurf sotto l’egida diretta e ufficiale di CONI e FIV darebbe senz’altro maggiore sicurezza sulla preparazione degli istruttori. Inoltre, le potenzialità di questo sport potrebbero far crescere l’attrattiva delle coste italiane essendo spesso all’origine dell’esperienza di viaggio per un nutrito segmento turistico internazionale.
La proposta di Francesco Oppedisano
“La sicurezza in questo sport non è nel casco e nel giubbino salvagente. Bisogna considerare che un kite vola con cavi in Dacron a 24 metri che una volta in tensione potrebbero tagliare procurare delle ferite molto molto gravi”. Afferma il maestro.
“Non faccio corsi di poche ore perché il mio principale obbiettivo non è fare business, ma è far crescere gli allievi e regalargli il sogno di praticare il kitesurf in maniera totalmente diversa e sicura, con una crescita tecnica sopra la media”. Conclude il coach.