L’opera “malincomica” di Donizetti ritorna al Teatro Lirico di Cagliari
“Giù le mani da Donizetti. Non c’è alcun bisogno di rileggere e stravolgere un’opera. Il ruolo del regista è comprenderla e a sua volta farla comprendere, nel rispetto di musica e libretto”. Michele Mirabella racconta all’ANSA il suo Elisir d’amore, “malincomico” – secondo la sua ormai arcinota definizione – che ritorna a Cagliari a 11 anni dalla prima rappresentazione. Sarà di nuovo in scena dal 4 al 12 marzo il capolavoro di Donizetti, melodramma giocoso in due atti. Verrà proposto nel fortunato allestimento del Teatro Lirico con la regia di Mirabella. E’ il secondo titolo del cartellone di Lirica e Balletto del teatro di via Sant’Alenixedda. Il noto ed apprezzato regista, autore, attore di teatro, radio, cinema e tv parla, al termine della puntata del noto programma tv “Elisir” da lui condotto, in onda su Rai3, della modernità del capolavoro di Donizetti.
Le dichiarazioni di Mirabella
“Di Dulcamara – spiega Mirabella – il simpatico imbonitore, ad esempio, oggi in circolazione ve n’è, e tanti. Adina? Per comprendere appieno e in tutta la sua attualità il personaggio, in tutte le sue interessanti sfaccettature, bisogna aver letto Goldoni e la sua Locandiera”. Mirabella mette poi in evidenza come “L’elisir d’amore” sia “un’opera attuale in qualsiasi epoca la si rappresenti, e non è necessario cercare di ‘svecchiarla’ con ambientazioni in altre epoche o in luoghi insoliti, magari con l’illusione di conquistare un pubblico giovane. Si crea in loro semmai un effetto di spaesamento”.
Le dichiarazioni del regista
Atteso a Cagliari la sera della prima, il regista si sofferma sul suo rapporto con la Sardegna e con il Lirico. “Un teatro di veri professionisti, non ha mai smesso di essere attivo con formule alternative, anche nei difficili periodi del lockdown – sottolinea il regista – Dal mio primo incontro con questo teatro è stato amore, non vedo l’ora di arrivare a Cagliari. E poi – prosegue – come posso non amare la Sardegna, una terra che ho imparato ad apprezzare sin da bambino attraverso i racconti di mio padre?”.