Il decimo giorno della guerra in Ucraina, sabato 5 marzo, si era aperto con l’annuncio della Russia di una tregua per consentire l’apertura di corridoi umanitari.
In Ucraina non riescono, causa bombardamenti, i percorsi di evacuazione per anziani, donne e bambini voluti dalla Croce Rossa. Premier israeliano tenta mediazione. Nuova offensiva russa su Mariupol. Lunedì terzo round negoziati.
Sembra essere durato poco, con Kiev che accusa Mosca di aver violato immediatamente il cessate il fuoco e lanciato missili e bombe contro Mariupol, Volnovakha, e altre città ucraine. I bombardamenti in corso rendono impossibile l’apertura di corridoi umanitari per l’evacuazione sicura dei civili e per la consegna di medicine e cibo.
Le trattative si ampliano su scala internazionale, con un fitto intreccio di incontri fra leader e diplomatici. Il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha incontrato il 5 marzo il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba al confine fra Ucraina e Polonia.
Nello stesso giorno, il premier israeliano Bennett è volato a Mosca per tentare una mediazione con Putin, diventando il primo leader occidentale a varcare la soglia del Cremlino dall’inizio del conflitto. La prossima tappa di Bennett sarà la Germania, per un faccia a faccia con il cancelliere tedesco Olaf Scholz.
La Cina
Anche la Cina è rientrata nel dibattito, chiedendo che i combattimenti si interrompano il prima possibile. L’appello arriva dal ministro degli Esteri Wang Yi alla controparte Usa Antony Blinken. In merito alla crisi in Ucraina, la Cina ritiene che sia necessario agire secondo finalità e principi della Carta dell’Onu.
Il primo è rispettare e proteggere la sovranità e l’integrità territoriale di tutti i Paesi. Il secondo è insistere sulla risoluzione pacifica delle controversie attraverso il dialogo.
Il segretario di Stato Usa Antony Blinken incontra poi il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. Il capo della diplomazia di Kiev chiede agli Usa aerei e sistemi di difesa aerea.