Sono pronti i primi chip che non dimenticano. Vale a dire che possono essere riconfigurati con impulsi elettrici a mano a mano che apprendono nuove informazioni.
E’ in questo modo che i chip riescono a conservare tutto ciò che apprendono. Il risultato, pubblicato sulla rivista Science, è atteso da tempo, Infatti, tanti sono i ricercatori al lavoro sull’intelligenza artificiale. È uno studio promettente, a detta degli esperti di ingegneria, la neuromorfa per la robotica.
Coordinata da Hai-Tian Zhang, dell’americana Purdue University, la ricerca segna un passo in avanti verso la possibilita’ di ottenere dispositivi in grado di rispondere alle esigenze complesse dell’intelligenza artificiale.
I primi test indicano che le prestazioni dei nuovi chip sono decisamente superiori rispetto a quelle dei chip tradizionali e, rilevano i ricercatori, aprono le porte a una nuova elettronica ispirata al cervello umano e altrettanto efficiente nella capacità di imparare dall’esperienza.
Gli studi
Grazie a questi dispositivi in grado di modificare la funzionalità ricevendo degli impulsi, le reti neurali potrebbero diventare più efficienti. Un tema caldo in questo momento, è quello che riguarda la capacita’ delle reti di conservate tutti i dati immagazzinati.
Le reti vanno addestrare con una grandissima quantita’ di dati, ma non sono in grado di conservare la memoria di tutti. Infatti, questo è uno dei problemi noto agli esperti di reti neurali come ‘catastrophic forgetting’. A questo, si aggiungono gli alti consumi eneergetici dei computer tradizionali.
L’idea, a tal fine, è di andare verso reti che comincino ad apprendere con pochi dati e che continuino a imparare nel tempo dalle esperienze sul campo. Per la realizzazione dei chip neuromorfici, dunque, gli studiosi fanno riferimento ad un sistema che potrebbe essere riassunto nel concetto del copia-incolla.
In pratica, la mappa delle connessioni neurali del cervello vengono copiate e incollate su una rete tridimensionale di memorie allo stato solido. Imitare il comportamento del cervello umano significa così ottenere un chip di memoria capace di consumare poco; di adattarsi all’ambiente; di essere autonomo e di apprendere facilmente.