Donne, sarde, artiste e maestre ceramiste. Questo l’identikit delle sorelle Cristina e Stefania Ariu che questa di martedì 8 marzo al Municipio di Cagliari hanno ricevuto il Premio Donna Sarda 2022.
“Le sorelle Ariu due ceramiste di straordinaria bravura che hanno una grande capacità: quella di avere utilizzato i canoni dell’identità sarda nella loro attività professionale. E di aver regalato a noi degli oggetti che sono diventati punto di riferimento, icone dell’artigianato di qualità”, ha rimarcato il sindaco Paolo Truzzu nella cerimonia.
“Cagliari è una città accogliente”, ha aggiunto il primo cittadino riferendosi alle vicende di tanti concittadini che come le due artiste hanno scelto di stabilirsi nel capoluogo sardo. “La sua forza è quella di sapere accogliere tante famiglie che arrivano da tante realtà dell’Isola e integrarle perfettamente”. E questa vocazione di Cagliari risulta essere ancora più importante nella giornata di oggi.
Perché “tra circa un’ora arriveranno dall’Ucraina i primi 40 bambini, mamme e donne che scappano dalla guerra: saranno ospitati nei locali che l’Amministrazione comunale ha messo loro a disposizione nella casa di riposo di Terramaini. A tutte le donne che come loro lasciano in quella terra figli e mariti, il nostro augurio”. “Bisogna fare qualsiasi cosa per far cessare questa guerra e far vincere la diplomazia”, ha concluso il sindaco Truzzu, dedicando la Giornata Internazionale delle donne, alle donne ucraine in particolare.
Continuando
A fare gli onori di casa Edoardo Tocco. Complimentandosi con le sorelle Ariu e con le Lioness per aver assegnato loro il Premio, “la giornata di oggi in particolare assume una valenza dal forte valore simbolico. Il contributo che le donne non fanno mai mancare alla società è sempre più prezioso”.
Cagliaritane d’adozione, le sorelle Ariu arrivano da Mogoro. “Stefania si diploma all’Istituto d’Arte di Oristano, Cristina consegue la laurea in Storia dell’Arte”. Nel 2001 creano un laboratorio artistico, “Ariu Ceramiche”, una piccola bottega in via Costituzione 16, nel centro storico di Cagliari. Studio appassionato dei segni e dei cromatismi danno luogo a immagini uniche che esaltano le caratteristiche peculiari della terra sarda. Le pecorelle ricciolute, realizzate con argilla refrattaria e la tecnica dell’ingobbio, presentate nel 2009 alla Fiera Artigianale del Mediterraneo rappresentano la transumanza del popolo sardo.
In conclusione
Forme plastiche, essenziali, complete caratterizzano l’osservazione dei caratteri umani, delle donne, in particolare, dea, madre, costruttrice, conservatrice, fattrice di generazioni, lavoratrice, donna di paese, donna di vicinato, siano esse con infanti, padri, mariti, compagni o in gruppo. Lo stesso spirito di appartenenza alla comunità lo esprimono anche le donne dalla larga gonna. Tutte frutto di creatività e studio le opere delle sorelle Ariu sono diventate cult del patrimonio culturale.
A testimoniarlo il portale in bronzo del Santuario di Bonaria realizzato coi loro disegni, le collaborazioni con lo scrittore e giornalista Francesco Abate nel suo libro “mia madre ed altre catastrofi”, con il regista Enrico Pau per il film “Accabadora”, la mostra “Alba nel 1943”, realizzata a Nuoro nel 2017, con l’architetto Pierluigi Piu che le coinvolge nella decorazione di una delle sedi londinesi della catena di ristoranti sardi “Olivo”, affidando loro un’intera parete che adornano di una texture in bassorilievo.