“Buffo” per voce femminile tra storie di profughi, miracoli e il dramma di una madre: Elisa Pistis riporta in scena la celebre “giullarata”
“Mistero Buffo” di Dario Fo e Franca Rame nella versione al femminile di Elisa Pistis. Giovane e apprezzata attrice e autrice teatrale.
Un capolavoro del Novecento reinterpretato con sensibilità contemporanea. Una raffinata e divertente “affabulazione” per riscoprire l’arte e il talento istrionico degli antichi saltimbanchi e giocolieri, musici, mimi, contastorie e poeti. Capaci di intrattenere un pubblico variegato, girando di città in città, tra le piazze e i mercati, le dimore dell’aristocrazia e le corti dei sovrani d’Europa.
“Mistero Buffo” conserva a cinquant’anni dalla prima, nella vivace temperie della fine degli Anni Sessanta. Tutta la freschezza e la ricchezza espressiva di un’opera originale, tra l’estro e la vis comica di un maestro come Dario Fo.
Il “giullare” diventa così il tramite tra la cultura “alta” e le genti di basso ceto. Capace di improvvisare su un “canovaccio” e trarre spunto dalla cronaca per costruire travolgenti performances: un simbolo della libertà dell’artista. Una moderna “affabulazione” in cui emergono come in un colorato affresco le scene della vita di Gesù, in continuo dialogo con colei che l’ha messo al mondo e fino all’ultimo tenta di salvarlo dall’esito fatale della sua missione terrena, pur conscia della forza di una vocazione da cui non potrà distoglierlo neppure l’affetto per lei, sua madre. Una pièce che unisce sacro e profano, accostando alla sapienza teologica e ai dogmi della fede la tradizione popolare, che ha riconosciuto la potenza rivoluzionaria dell’avvento del Messia, fino a considerare la figura di Maria di Nazareth come il simbolo del dolore di tutte le madri orbate dei propri figli, sintetizzata nell’arte nell’iconografia della pietà.