Gli strumenti tecnologici a supporto della telemedicina sono maturi, ma gli utilizzatori e il personale sanitario sono pronti a questo cambiamento?
“In Italia sono presenti più di 300 soluzioni di telemedicina attive nelle diverse Regioni, ma quello che osserviamo è una scarsa integrazione con l’eco-sistema sanitario e uno scarso apporto al miglioramento dei livelli di qualità delle prestazioni erogate”. È il dato emerso sul tema della “Telemedicina come strumento di cambiamento del SSN: verso una nuova medicina”, discusso alla Winter School 2022 di Napoli, dal titolo “Cambia la Sanità. Reinventare Processi, Ruoli e Competenze”, organizzata da Motore Sanità, promossa e divulgata da Mondosanità e Dentro la Salute e realizzata con il contributo incondizionato di Gilead, Janssen Pharmaceutical Companies of Johnson & Johnson, AlmavivA, Daiichi Sankyo, GSK, IBM, Sanofi, Angelini Pharma, Kyowa Kirin, Siemens Healthineers e Teva.
Il dato riportato da Antonio Amati
Il dato è stato riportato da Antonio Amati, Direttore Generale Divisione IT Almaviva che ha proseguito così: “Per far sì che diventi uno strumento a servizio degli operatori (obiettivi PNRR) in linea con il ‘DM71’ (Riforma Sanità Territoriale) è necessario immaginare la Telemedicina integrata con piattaforme digitali di nuova generazione, realizzate con approccio green field e supportate da tecnologie oramai consolidate come l’AI ed il NLP in modo da affiancare in maniera efficace il personale clinico e supportare i livelli decisionali regionali e centrali”.
L’opinione di Natalia Pianesi
Secondo Natalia Pianesi, Direttore Consulenza e Processi PA e Sanità Engineering Ingegneria Informatica S.p.A. “l’avvento della Telemedicina ha trasformato definitivamente i servizi di assistenza e cura. La piena interoperabilità, in totale sicurezza, con i dati, la storia clinica dei pazienti unitamente ai servizi da remoto, rendono i bisogni e le aspettative di questi ultimi e dei professionisti sanitari, il fulcro intorno al quale disegnare i nuovi servizi digitali a distanza. Engineering da anni è un player di riferimento in questo ambito, insieme ad operatori e cittadini ridisegniamo lo spazio e la relazione negli ecosistemi sanitari per migliorarne processi e servizi”.
Il cambiamento dato dalla telemedicina
“La Telemedicina, come ogni grande innovazione, comporta una gestione del cambiamento molto significativa – ha spiegato Massimo Bisogno, Responsabile Ufficio Speciale per la crescita e la transizione digitale Regione Campania -. Siamo difronte ad un cambio di paradigma in cui le tecnologie sono la cornice, lo strumento trasversale, non il fine. È fondamentale cambiare radicalmente i processi clinico-assistenziali, attuare nuovi modelli organizzativi, sviluppare ed applicare le competenze digitali degli addetti ai lavori. Gli strumenti tecnologici a supporto della telemedicina sono maturi, ma da soli non bastano, faremmo solo ‘tele’ senza ‘medicina’. Mi chiedo: sono altrettanto maturi gli utilizzatori? Il personale sanitario è pronto a questo cambiamento? Gli assistiti hanno fiducia in questo nuovo modello di cura? Occorre molta formazione, informazione e organizzazioni, altrimenti si rischia un fallimento che il sistema sanitario non può permettersi, soprattutto oggi, dopo due anni di pandemia che hanno aperto scenari innovativi prima neanche ipotizzati, soprattutto oggi, con la disponibilità di risorse economiche, anch’esse mai neanche ipotizzate”.