dea madre

L’Associazione Gramsci presenta “La Dea Madre tra passato e attualità”

In occasione della giornata mondiale dedicata alle donne, martedì 8 marzo 2022 l’Associazione dei Sardi a Torino “A.Gramsci”  ha promosso l’evento: – Sas Feminas – donne che parlano di donne con il patrocinio della Circoscrizione IV della Città di Torino.

A conclusione della tavola rotonda sulla parità di genere è inaugurata la mostra di arte ceramica dell’artista sarda Stefania Spanedda; la mostra prende il titolo “La Dea Madre tra passato e attualità.”

Si possono ammirare alcune opere dell’artista e ceramista che utilizzando l’antico simbolo riesce a creare delle opere poetiche ma anche di denuncia sociale. Donne spezzate e Amore e Terra esprimono le contraddizioni del nostro tempo; narrano di una donna fragile ancora troppo spesso vittima di soprusi e violenze.

Le opere Symbolum invece rhttps://www.unicaradio.it/blog/2020/01/13/porrajmos-sul-sentiero-per-auschwitz-inaugurazione-mostra/appresentano la Madre con tutta la sua potenza archetipica, un modello di genere ma anche storico- culturale che può essere di ispirazione alle nuove generazioni.

Le opere sono realizzate con la tecnica ceramica di origine giapponese Raku.

La mostra è aperta presso la sede di via Musinè 5\7 sino a domenica 13 marzo.

La Dea Madre in Sardegna

In Sardegna, la Dea madre doveva essere assimilata all’antichissima dea italica Diana, signora delle selve e delle belve, custode di fonti e torrenti, dea della Natura e dell’agricoltura. Come tutte le Grandi Madri primigenie, aveva tre volti: nascita, crescita e morte. Nella sua qualità di Dea della nascita, aiutava le gestanti a partorire; così come faceva fiorire la vegetazione in primavera. Solo più tardi, fu assimilata ad Artemide che in sardo diventa Jana e rappresenta la luna.

Secondo la tradizione, nelle tumbas de gigantis venivano sepolti dei giganti. Le domus de janas, chiamate erroneamente “case delle fate”, in realtà non erano abitazioni di esseri piccolissimi; e le tumbas de gigantis non erano tombe per “esseri giganteschi”. Si trattava semplicemente di tumulazioni collettive realizzate con due sistemi architettonici differenti e in diverse epoche. I giganti – dice il mito – erano nemici delle janas. Quelli erano più forti, ma queste erano armate dell’intelligenza che le faceva uscire vittoriose da ogni battaglia.

About Antonio Perra

Studio Beni Culturali presso l’Università degli Studi di Cagliari. Sono un appassionato di arte e letteratura.

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