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Film Festival: si è chiusa al Teatro Massimo l’edizione 2022

E’ andato al film della regista palestinese Mai Masri “Beirut: Eye of the Storm (2021)” il premio Al Ard 2022

Al Ad Film Festival

La regista Mai Masri segue quattro giovani donne che raccontano i disordini. La giornalista Hanine, la cameraman irachena Lujain e le sorelle Noel e Michelle, che commentano la situazione politica attraverso popolari video musicali satirici. “Beirut: Eye of the Storm dipinge un quadro di un paese devastato, ma è principalmente un ritratto dell’attivismo giovanile e una speranza per il futuro”.

L’opera è il racconto di Beirut degli ultimi tre anni che mostra un paese nel momento del sogno, della libertà e anche della perdizione.

Si è conclusa domenica sera, al Teatro Massimo la XVIII edizione dell’appuntamento sardo con il cinema arabo palestinese. E’ stato organizzato dall’Associazione Amicizia Sardegna Palestina; con il contributo della Assessorato allo Spettacolo e Pubblica Istruzione della Regione Autonoma della Sardegna e il patrocinio del Comune di Cagliari.

I film in gara e la giuria

Tra i principali festival europei di cinema arabo e palestinese, l’edizione di Al Ard 2022 ha presentato 34 film dei quali 30 in concorso. Sono scelti e selezionati dalla commissione esaminatrice tra moltissime proposte arrivate dall’Europa e da tutto il mondo arabo e non solo. Sei in tutto i premi assegnati assegnati dalla giuria di esperti composta da; Monica Maurer (regista, direttore artistico del festival), Patrizia Manduchi (docente di Storia dei Paesi Islamici, Università di Cagliari); Franca Gabriella Piras (già docente di letteratura italiana, Università di Cagliari); Filippo Kalomenidis (docente e sceneggiatore), Ibrahim Nasrallah (scrittore e poeta); Wasim Dahmash (già docente di Lingua e Letteratura araba, Università di Cagliari) e Antonello Zanda (direttore delle Cineteca sarda – Società Umanitaria).

Una settimana intensa, dal 9 al 13 marzo, di proiezioni, incontri con i docenti e gli studenti; di dibattiti con il gli ospiti e i registi. Hanno incontrato un pubblico che oggi, ancora più che in passato a causa dell’attuale scenario internazionale; ha mostrato una grande sensibilità per le tematiche del conflitto, del colonialismo di insediamento. Delle motivazioni che spingono alcuni paesi a sostenere l’oppressione e la cancellazione di un intero popolo, quello palestinese.

Da Palestina a Egitto

Ma non si è parlato solo di Palestina. La violenza sulle donne in Egitto, la vita nei campi profughi, la disabilità e il riscatto; le proteste in libano e la vita de prigionieri politici. Queste sono state le tematiche più affrontate dai registi in concorso quest’anno ad Al Ad Film Festival e valutate dalla giuria.

“E’ un film di innovazione assoluta tanto nella scrittura di rara altezza lirica e politica quanto nel mosaico visivo. Attraverso una soggettiva immersiva, conduce nel cuore di una Betlemme sfigurata dall’occupazione”. Per questo la giuria ha infatti assegnato il premio al miglior film sulla Palestina a Emily Jacir per Letter to a friend (2021).

A Doris Hakim, per il film Diwan, il premio Miglior regista emergente; in grado di “dipingere un vivo quadro della resistenza dei palestinesi di Nazareth al tentativo israeliano di cancellare la cultura, l’identità loro e della loro città”.

Il premio della sezione Handala è andato al regista libanese Chirstian Harb per il film muto What remains (2020). “E’ un’eloquente e suggestiva rappresentazione degli effetti devastanti dell’esplosione del 4 agosto 2020 al porto di Beirut. “Il ritmo delle immagini, la successione o l’accostamento di primi e secondi piani raccontano in pochi minuti e con grande maestria un dramma che si allinea a tanti altri nella tormentata storia del Libano e della città”.

L’Associazione Sardegna Palestina ha invece assegnato il suo Premio a Sameer Qumsiyeh per il film Walled citizen (2020). Un “film giovane e fresco, che racconta con (auto)ironia e leggerezza le restrizioni alla libertà di movimento imposte a chi detiene un passaporto palestinese”. Infine, il pubblico presente in sala ha espresso il proprio gradimento al film Sarura The Future is an unknown Place di Nicola Zambelli (Italia 2021)

About Valentina Tradori

laureata in beni culturali e spettacolo, theatre nerd e contemplatrice di film belli

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