Sabato 19 marzo alle 21 e domenica 20 marzo alle 19.30, al Teatro del Segno, a Is Mirrionis. Il fascino e l’attualità delle parole e del pensiero di Primo Levi ne “Il Sistema Periodico” nella nuova mise en scène del TsE con drammaturgia e regia di Stefano Ledda.
Una pièce intrigante e avvincente costruita sulla falsariga della celebre raccolta di racconti dello scrittore e chimico piemontese. Gli elementi della Tavola di Mendeleev offrono lo spunto per note autobiografiche e trame fantastiche tra l’entusiasmo del futuro scienziato per le “reazioni” della materia e l’approvazione delle “leggi razziali”, gli incontri e le amicizie nate nell’ambiente ostile del lager e impreziosita da frammenti di interviste e riflessioni tratte da saggi e romanzi.
Sotto i riflettori Stefano Ledda, sulle note del sax di Juri Deidda, per un viaggio nella Storia del Novecento e un’indagine sulla natura umana oltre la tragedia della Shoah. «Nel rileggere gli scritti e le interviste di Primo Levi, ho trovato parole che sembrano scritte oggi». Sottolinea l’attore e regista cagliaritano. «Come il suo ribadire che il fascismo attuale ha la sola mancanza del potere assoluto per divenire ancora quello che era». E aggiunge «Mi ha affascinato anche il suo definirsi “anfibio”, chimico di giorno e scrittore la notte o per le ferie».
“Il sistema periodico”
La pièce teatrale scaturisce dalle trame dei racconti una conoscenza raggiunta attraverso le ferite dell’anima e la sofferenza, in un transito attraverso l’orrore inimmaginabile, eppure reale, dei campi di sterminio nazisti. II pensiero di Primo Levi si rivela oggi più che mai attuale nell’evidenziare i pericoli di derive populiste e razziste. «Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre». Ricorda l’autore di “Se questo è un uomo” e “La tregua”, a fronte dei rischi del “revisionismo” e dell’oblio. «Auschwitz è fuori di noi, ma è intorno a noi. La peste si è spenta, ma l’infezione serpeggia».
“Il Sistema Periodico” è insieme un’ode al progresso e alla scienza, alle capacità umane e all’ingegno, ma anche un avvertimento, un invito a non abbassare mai la guardia. E’ un riferimento all’incubo delle leggi razziali e al genocidio affiora come un monito perché, come rammenta Francisco Goya in uno dei suoi “Capricci”, “Il sonno della ragione genera mostri” e come sottolinea lo stesso Levi, «Tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo».