“Le conseguenze dell’insonnia sono importantissime, anche a lungo termine”
“L’insonnia è un problema molto rilevante, interessa circa il 15% della popolazione generale quando parliamo di insonnia cronica: quindi non semplicemente il problema di non aver dormito bene la notte”. Luigi Ferini Strambi, direttore centro medicina del sonno Irccs ospedale San Raffaele di Milano, a margine della conferenza stampa di lancio dell’azienda svizzera Idorsia in Italia; in occasione della 16esima edizione dello World Sleep Congress che quest’anno si tiene alla Nuvola dell’Eur a Roma.
“Le conseguenze dell’insonnia sulla salute sono importantissime, non soltanto quelle immediate ma anche a lungo termine. Basti pensare al fatto che il sonno è un importante inibitore del cortisolo; se non si dorme bene la pressione arteriosa rimane alta e quindi c’è un maggior rischio di ipertensione; uno dei fattori che devono essere considerati. Altro aspetto molto importante è anche quello relativo al peso; il fatto di non dormire bene porta anche alla liberazione di un ormone particolare che è la grelina; essa induce a mangiare di più e quindi di conseguenza ad avere il rischio di obesità“.
Gli effetti sulle funzioni cognitive
“Un’altra cosa altrettanto importante – prosegue il neurologo – sono gli effetti sulle funzioni cognitive: noi sappiamo che durante la notte nel nostro cervello funziona un sistema che si chiama sistema linfatico o linfoide. Fra queste proteine c’è la Betamiloide e se il soggetto dorme male purtroppo si accumula; questo può portare ad un aumentato rischio di una patologia come la malattia di Alzheimer. Quindi è sicuramente un aspetto fondamentale da tenere in considerazione”. “Oggi abbiamo molte opzioni terapeutiche per curare l’insonnia – afferma – il neurologo – la cosa importante è fare un giusto inquadramento e cercare di arrivare a una corretta diagnosi. La nuova categoria di farmaci funziona in maniera completamente diversa rispetto a quelli che avevamo finora che sfruttavano soprattutto l’azione sul sistema Gaba. Questa nuova categoria di farmaci va invece a cercare di inibire i centri della veglia. Quindi andando a occupare i recettori di una sostanza che si chiama orexina, che è quella che fa stare molto svegli, questi farmaci fanno sì che il soggetto possa più facilmente cadere in un sonno fisiologico”.