Da un lato il sostegno alla protesta degli autotrasportatori per il caro carburante, dall’altra preoccupazione perché le merci non arrivano nei depositi e nei punti vendita dove si sta andando a erodere le scorte che non sono infinite.
Mediamente nei magazzini della grande e media distribuzione lo stock di merci è sufficiente per un periodo che va da una settimana a 15 giorni.
Poi inizierà a scarseggiare. Come sta già accedendo per le merci fresche.
“Abbiamo due camion di pollame che sarà da buttare fermi in porto, un camion di salumi e latticini che seguiranno la stessa sorte e la frutta che arriva dalla Penisola e dall’estero che anch’essa non sta arrivando – spiega all’ANSA Michele Orlandi direttore della rete Conad del Tirreno (Lazio, Toscana e Sardegna) – ora poi i fornitori evitano di inviare le merci perché ci sono i blocchi, mentre non abbiamo problemi con i nostri partner locali.
Noi stiamo consegnando quello che abbiamo in scorta ma così si sta mettendo in ginocchio l’intera Sardegna con danni incalcolabili: centinaia di migliaia di euro come minimo. Ad oggi registriamo il 10% di incassi in meno e minori vendite per 300 mila euro al giorno”.
“La situazione si sta aggravando, già da qualche giorno i fornitori nazionali hanno sospeso le consegne e sempre più spesso anche dalla produzione locale non riusciamo a fare arrivare le merci – conferma Giangiacomo Ibba della Abbia Gruop (Crai, Despar, Centro Cash) – oggi nella nostra piattaforma avevamo in programma 150 arrivi ne sono arrivati zero.
Mediamente abbiamo scorte per 15 giorni ma se questa cosa persiste iniziano a mancarci prodotti.
E’ una lotta tra poveri in una situazione di difficoltà e mi sento vicino a chi protesta ma stiamo rischiando di fare un danno enorme: siamo tutti nella stessa barca e serve una soluzione”.
Per Michel Elias amministratore delegato gruppo Isa, “bisognerebbe verificare l’efficacia delle azioni che stanno portando avanti: stiamo creando difficoltà alle piccole e medie aziende e ai consumatori finali., il rischio non è forse desertificare ancora di più il tessuto economico della nostra Isola? – si chiede – noi siamo vicini alla battaglia degli autotrasportatori verso il governo e Regione e le grandi multinazionali che gestiscono il mondo del petrolio ma bisogna però ragionare a mente lucida perché si stanno scaldando gli animi e occorre capire dove bisognerebbe intervenire per riportare i prezzi del carburante a a livelli accettabili”