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Dal 24 marzo esce in libreria il volume “MARIA LAI. Ricucire il dolore. Tessere la speranza” di Micol Forti

Dal 24 marzo esce in libreria il volume “MARIA LAI. Ricucire il dolore. Tessere la speranza” di Micol Forti

Lo spazio artistico di Maria Lai è fortemente connotato dall’influenzarsi reciproco di spiritualità laica e religiosa, il tutto nel silenzio. 5 Continents Editions rende omaggio all’opera di questa grande artista del Novecento con il volume “Maria Lai. Ricucire il dolore. Tessere la speranza” di Micol Forti, realizzato in coedizione con la Fondazione Maria Lai e disponibile in libreria da giovedì 24 marzo 2022.

Un racconto inedito del percorso artistico di Maria Lai (Ulassai, 1919 – Cardedu, 2013) che, a partire dalla sua riscrittura della storia sacra con soggetti espressamente legati alla tradizione religiosa, in particolare ai temi della nascita e della morte – come i Presepi e le Via Crucis -, arriva fino ai disegni eseguiti in giovane età, dalla metà degli anni Quaranta fino agli anni Sessanta, nei quali l’artista, attraverso tratti tanto essenziali quanto decisi, ritrae la cultura locale e la quotidianità domestica.

Figure di donne al lavoro, mentre setacciano, impastano il pane, lavano panni, siedono al telaio, o accudiscono i bambini, insieme alle – meno frequenti – figure di uomini, pastori, pescatori, contadini, cacciatori con lo “scoppio” in spalla, e ancora, animali e qualche sintetico paesaggio: Maria Lai osserva e rappresenta la realtà in tutte le sue forme, la verità della sua terra, dei posti dove ha vissuto, delle persone che ha incontrato, dei libri che ha letto, delle opere che ha visto, degli affetti che l’hanno circondata nel corso della sua lunga vita. Ed è proprio a partire da questa realtà, dalla sua realtà, che prende le mosse la sua visione artistica.

Per Maria Lai l’arte ha a che fare con il senso dell’esistere, incarna le fragilità e le potenzialità della vita, e questa ricerca artistica ed estetica emerge perfettamente dalle opere presenti all’interno del volume.

Pagina dopo pagina, il libro mette in luce, ancora una volta, come il “fare arte” per Maria Lai debba rispondere alle esigenze e alle domande concrete e fondamentali dell’uomo, a quel bisogno di ricerca che muove anzitutto dalla propria intimità. Come afferma Micol Forti, “attraverso tutta la sua opera, Maria Lai ha dimostrato che l’arte, quella che nasce dal confronto con la tradizione sacra e quella che germoglia dall’osservazione del reale, ha tra i suoi compiti più alti e ambiti rivelare il senso dell’esistere, svelare i misteri del nascere e del morire, diventare orizzonte del nostro “errare” e accogliere il cammino verso una meta che possiamo solo intuire”.

Il volume “Maria Lai. Ricucire il dolore. Tessere la speranza” – disponibile in lingua italiana e inglese – è stato realizzato in occasione della mostra Ricucire il dolore. Tessere la speranza. La “Via Crucis” di Maria Lai (17 luglio – 4 settembre 2021) a cura di Micol Forti alla Cantina Antichi Poderi di Jerzu, paese sardo tra le cui case l’artista ha vissuto da bambina insieme alla sua famiglia. Ad impreziosire il catalogo le fotografie di Giorgio Dettori, che documentano l’allestimento e l’atmosfera generale, raccontando qualcosa di inedito sul lascito dell’artista.

Tra gli altri volumi editi da 5 Continents dedicati al percorso artistico di Maria Lai troviamo anche “Maria Lai. Legarsi alla montagna” (2021), “Maria Lai. I luoghi dell’arte a portata di mano. Quattro mazzi di carte per argomentare sul fare arte, leggere l’arte, ridefinire l’arte” (2021), e “Maria Lai. Tenendo per mano il sole” (2019).

Maria Lai

(Ulassai, 1919 – Cardedu, 2013)
Compie gli studi superiori a Cagliari e ha come professore di lettere lo scrittore e giornalista Salvatore Cambosu. Questi le trasmette l’amore per la poesia e le insegna l’importanza del ritmo. Dopo il diploma magistrale si trasferisce a Roma; proprio qui frequenta l’Istituto d’Arte di via Ripetta, allieva dello scultore Renato Marino Mazzacurati. Negli anni 1943-45 studia a Venezia con Arturo Martini all’Accademia di Belle Arti. Rientrata in Sardegna inizia a insegnare, ma nel 1956 torna a Roma dove frequenta Giuseppe Dessì insieme ad altri intellettuali, scrittori, artisti e musicisti della corrente informale e concettuale. Espone i suoi disegni alla Galleria dell’Obelisco di Roma nel 1957. Seguirà per lei un decennio di profonda riflessione e mutamento nel quale dal figurativo procede all’astrattismo.

Sostituisce alla pittura l’uso della stoffa creando Tele cucite e Libri, pani e terrecotte che si alternano ai primi Telai che diventano il filo conduttore della sua ricerca.

Realizza Oggetto-paesaggio, un telaio disfatto che è insieme oggetto antico e installazione contemporanea. Nel 1971 espone alla galleria Schneider di Roma introdotta in catalogo da Marcello Venturoli. Partecipa nel 1978 alla mostra Materializzazione del linguaggio, curata da Mirella Bentivoglio alla Biennale di Venezia.

Nel 1981 dà vita a Ulassai a Legarsi alla montagna, il primo intervento di arte partecipata in Italia: gli abitanti del paese legano con un nastro azzurro le case tra loro e poi al monte sovrastante, simbolo di una armonia fra l’uomo, la natura e l’arte. Negli anni successivi continua a sperimentare materiali tradizionali e nuovi: la terracotta, la ceramica, il legno, il ferro, il cemento, la pasta di pane e materiali sintetici.

Negli anni ‘90 torna a vivere in Sardegna e lì proseguono le performance, le azioni teatrali e ambientali, continua a lavorare e creare declinando in maniera sempre nuova i temi a lei cari. Nel 2011 vince il Premio Camera dei Deputati per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia con l’opera Orme di leggi, oggi conservata presso l’aula dei gruppi parlamentari.

Tra le principali esposizioni degli ultimi anni si ricordano: Documenta 14 (Documenta, Atene e Kassel, 2017), 57 Esposizione Internazionale d’Arte. VIVA ARTE VIVA (Biennale d’Arte, Venezia, 2017), MARIA LAI. Tenendo per mano il sole (MAXXI, Roma, 2019 – 2020).
Fonte: Archivio Maria Lai

Micol Forti

Micol Forti dirige la Collezione d’Arte Contemporanea dei Musei Vaticani dal 2000. Dopo la specializzazione e il dottorato di ricerca in storia dell’arte, ha insegnato, dal 2001 al 2015 letteratura artistica e museologia presso la Sapienza di Roma. Le sue ricerche spaziano dalla storia e dalla critica d’arte del XX secolo al tema dell’arte sacra contemporanea e del collezionismo pontificio, fino ad aspetti legati alla storia della conservazione del patrimonio storico-artistico.

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About Nicola Palmas

Imprenditore digitale e manager culturale. Founder & CEO della startup Billalo, direttore artistico di Sardegna Concerti. Appassionato di musica, innovazione e marketing.

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