Sabato, alle 19, va in scena il terzo e decisivo atto della serie playoff contro la Lpm Mondovì
La sconfitta in tre set maturata mercoledì sera ha lasciato l’amaro in bocca. Ma l’Hermaea Olbia non ha riposto in soffitta i suoi sogni: già domani, al PalaManera di Mondovì, arriva la prova d’appello. L’ultima a disposizione delle biancoblù per centrare l’impresa dell’accesso ai quarti di finale playoff.
La Lpm di coach Solforati arriva alla ‘bella’ con tutti i favori del pronostico: la prova di forza del Geopalace è stata eloquente, ma le aquile tavolarine non devono dimenticare quanto di buono espresso domenica scorsa, quando una prova di grande carattere ha permesso di mandare al tappeto una delle principali contender alla promozione in Serie A1.
“Dobbiamo cancellare quanto accaduto in Gara 2 – spiega il tecnico biancoblù Dino Guadalupi – di quella partita non salviamo nulla. Non c’è stato un filo tattico, ma una differenza evidente in termini di qualità tecnica e capacità di gioco. Se vogliamo far venire fuori l’aggressività vista in Gara 1 non dobbiamo subire dal punto di vista mentale. Andremo a Mondovì per fare il nostro massimo, e vedremo se sarà sufficiente per impensierire l’avversario”.
Il presidente dell’Hermaea Gianni Sarti chiede alle sue di giocare senza pressioni: “Ci aspetta un’ultima prova – afferma – vorrei vedere una squadra che gioca tranquilla, serena e con la voglia di picchiare forte la palla. Mondovì deve vincere per forza, è una squadra costruita con un budget molto superiore al nostro e, in caso di eliminazione dai playoff, non faremo alcun dramma. Nella pallavolo non si sa mai, l’importante è andare a giocare con la mente libera”.
“Non abbiamo nulla da perdere – evidenzia il capitano delle aquilotte Giorgia Caforio – andremo a Mondovì per fare la nostra partita e giocarcela fino alla fine”.
Fischio d’inizio sabato 26 marzo alle 19 al PalaManera di Mondovì. La gara sarà visibile in diretta streaming sul canale YouTube VolleyballWorld.
Si trasmette inoltre una foto di Gara 2: in caso di utilizzo si prega di citare la fonte Luigi Canu.