L’appello dei giuristi sardi è stato sottolineato nel corso dell’incontro dalla forza coinvolgente della musica grazie all’esibizione degli allievi del Conservatorio Canepa.
Il grido dei giuristi sardi contro la guerra in Ucraina si è alzato dalla città di Sassari. È successo nel corso del convegno “Contro il razzismo, la xenofobia e la discriminazione”, organizzato dalla Sezione Sardegna dell’Unione Forense per la tutela dei diritti umani (UFDU).
L’incontro ha presentato al pubblico accorso nell’aula magna dell’università numerosi interventi. Focus sulla difesa di quei diritti spesso non adeguatamente tutelati all’interno delle complesse dinamiche della società contemporanea. Ad aprire l’evento dopo il saluto del rettore dell’Università di Sassari Gavino Mariotti, è stata Cristina Ricci, console del Regno dei Paesi Bassi in Sardegna. La moderatrice del dibattito Antonietta Confalonieri, referente della Sezione Sardegna dell’Unione Forense (UFDU) per la tutela dei diritti umani, ha ricordato come lo scopo statutario dell’associazione di giuristi sia proprio incentrato su “la diffusione della conoscenza e la promozione dell’osservanza delle norme interne e internazionali che riguardano la tutela dei diritti umani”.
L’intervento del presidente UFDU
L’intervento di Anton Giulio Lana Presidente UFDU ha quindi illustrato al pubblico le importanti funzioni dell’Osservatorio sulla giurisprudenza CEDU avviato dall’Unione e finanziato dalla Fondazione Terzo Pilastro Internazionale. Nel suo intervento Lana ha inoltre ricordato che ogni aspetto della nostra vita quotidiana trova riconoscimento nella Convenzione Europea per la difesa dei diritti umani tutelati dalla Corte di Strasburgo. Attualizzando il tema ai fatti odierni ha poi sottolineato “Il nostro paese prevede protezione e assistenza concreta ai migranti. Questa tutela si sta attivando in questi giorni per i profughi ucraini. Ma deve essere estesa anche ad altre situazioni e altre migrazioni anche di popoli con non hanno la pelle chiara e gli occhi azzurri”.
La discriminazione nella transizione digitale
Di una particolare forma di discriminazione ha poi parlato Paola Piras, ordinario di diritto amministrativo dell’Università degli studi di Cagliari. “È importante trovare soluzioni giuridiche – dice Piras – che supportino la cosiddetta transizione digitale che crea spesso diseguaglianze che ricadono su tutti coloro che non hanno mezzi economici per fruire delle nuove tecnologie. Questa discriminazione colpisce anche i cittadini non alfabetizzati digitalmente. La transizione digitale deve diventare un meccanismo virtuoso che sani le diseguaglianze invece di alimentarle. L’esperienza della didattica a distanza durante la pandemia ha evidenziato questo problema in ambito scolastico”.
Il dramma del sessismo
A parlare del dramma del sessismo e dei diritti spesso calpestati delle donne è stata infine con un rapido quanto esaustivo intervento Sabina Useli. La presidente della sezione di Sassari del Movimento forense ha riportato l’attenzione sui drammatici temi di questi giorni. Il Presidente de Conservatorio di Sassari Ivano Iai ha sottolineato come “la più grave forma di prevaricazione e violenza che calpesta i diritti umani sia proprio la guerra che costringe un popolo a fare violenza ad un altro popolo.“ Ragionando sul termine discriminazione Lai ha sottolineato l’etimologia stessa del termine. Significa infatti dividere, separare atteggiamenti che la società e la giurisprudenza hanno il dovere di denunciare e correggere.
“Chi discrimina – ha sottolineato il presidente del Canepa – deve essere invitato a ripensare il proprio atteggiamento e le proprie azioni”. Ivano Lai ha ricordato come in tal senso il Conservatorio di Sassari abbia applicato nel settembre del 2020 con decreto presidenziale un protocollo applicato poi da a diversi istituti e università nazionali che disciplina con specifiche disposizioni regolamentari interne le modalità di interazione. “Il nostro intento è stato quello di prospettare un modello nazionale – sottolinea Iai – finalizzato a realizzare comportamenti omogenei e condivisi che oltre a rispettare le cautele di sicurezza sanitaria siano, al tempo stesso, di stimolo al riconoscimento dell’eguaglianza di genere e alla tutela dei diritti”.
L’adagio di Albinoni per violoncelli
L’appello dei giuristi sardi è stato sottolineato nel corso dell’incontro dalla forza coinvolgente della musica grazie all’esibizione degli allievi del Conservatorio Canepa. Ad aprire la serata con lo struggente adagio di Albinoni trascritto per 4 violoncelli sono state quattro giovani musiciste. Marta Piras, Maria Carla Piras, Alessia Sassu, e Carla Nieddu allieve del maestro Angelo Nappi. Una sorpresa molto gradita dal pubblico è arrivata anche alla chiusura dell’incontro; l’esibizione dello studente del conservatorio Matteo Dore, promessa della lirica e allievo del maestro Marcello Crisman, ha incantato. Il giovane talento ha interpretato con grande intensità “l’Ave Maria” in lingua sarda. Una invocazione di speranza a cui il pubblico si è unito suggellando la serata con lunghissimi applausi.
“La musica ci porta a restare in silenzio, smettere di parlare, ascoltare, – ha sottolineato Iai – azioni che credo ci aiutino a riflettere e comprendere ciò che accade intorno a noi in particolare in questa frenetica fase storica che stiamo vivendo. Richiamato sul palco per un acclamato bis Matteo Dore ha regalato al pubblico due intense interpretazioni del “cantu a chiterra”.
“E’ Importante che ognuno di noi porti le sue azioni per combattere discriminazioni violenze e guerre – ha sottolineato Antonietta Confalonieri al termine della serata. “Anche questo nostro incontro di oggi con le riflessioni sulla tutela dei diritti accompagnate dalla musica dei nostri talentuosi giovani musicisti ha trasformato una serata di formazione dedicata ad avvocati e giuristi in un momento di condivisione aperto alla città. Nessuno di noi deve voltare la faccia, ognuno di noi può fare qualcosa con il proprio impegno ed i propri strumenti per sostenere la tutela dei diritti, per interrompere questa guerra insensata.”
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