Il Consiglio superiore di sanità ha asciato un documento che delinea le proposte per il presente e il futuro: rigorosa validazione scientifica, importante dimostrare la sicurezza e la riproducibilità nell’uso del software
Le tecnologie basate sull’intelligenza artificiale “controllano già le grandi apparecchiature di diagnostica per immagini (tomografia computerizzata, Tc o risonanza magnetica); standardizzando i protocolli di acquisizione e riducendo drasticamente i tempi di acquisizione degli esami, al fine di migliorare la compliance e il comfort dei pazienti”.
Esistono anche algoritmi “in grado di supportare il radiologo nell’identificazione di patologie; riducendo al minimo gli errori di percezione, oppure aiutare lo specialista nella caratterizzazione di lesioni; con lo scopo di migliorare la diagnosi”. Lo puntualizza Consiglio superiore di sanità (Css) ha rilasciato un documento che delina le proposte per il presente e il futuro. ‘I sistemi di intelligenza artificiale come strumento di supporto alla diagnostica’.
“I sistemi di intelligenza artificiale stanno entrando rapidamente nel mondo medico; con la prospettiva, più o meno a breve termine, di modificare significativamente i percorsi diagnostici e terapeutici; le modalità decisionali del medico e, in ultimo, anche il rapporto medico-paziente. Prima di poter essere impiegati in ambito assistenziale questi sistemi necessitano di una rigorosa validazione scientifica; basata su studi metodologicamente solidi che dimostrino la non inferiorità, o la superiorità, oltreché la costo-efficacia, rispetto al percorso diagnostico e decisionale convenzionale”.
“È, inoltre, importante dimostrare la sicurezza e la riproducibilità nell’uso del software; nonché considerare le emergenti problematiche etiche e legali inerenti la responsabilità professionale del Medico nell’interazione con gli algoritmi”, precisa il Css.
L’opinione del Css
Secondo il Css, “per poter introdurre in modo sicuro nella pratica clinica i sistemi di intelligenza artificiale (Ai) e per competere in ambito internazionale nella programmazione e nello sviluppo degli stessi; è auspicabile che, nel nostro Paese, siano attuati i seguenti interventi; realizzazione di infrastrutture organizzative, informatizzate, a livello locale, regionale o nazionale, di data stewardship e data governance; la creazione di una struttura di governance dei sistemi di Ai da parte delle agenzie regolatorie italiane, in particolare il ministero della Salute per ciò che riguarda i dispositivi medici e Aifa per gli eventuali aspetti terapeutici, con lo scopo di stabilire delle regole rigorose per l’approvazione e la registrazione di tali sistemi – prosegue il documento – la predisposizione di Linee guida nazionali riguardanti le modalità di integrazione e il corretto utilizzo dei sistemi di Ai nella diagnostica, in accordo con le società scientifiche di riferimento”.
“Inoltre – secondo il Css – occorre la creazione di un osservatorio nazionale permanente presso il ministero della Salute, per il monitoraggio delle performance dei sistemi di Ai immessi sul mercato (analisi post-market); la predisposizione di moduli formativi universitari e post-universitari per migliorare le conoscenze e competenze in materia di Ai del personale medico e delle professioni sanitarie integrazione di elementi metodologici in tema di AI all’interno dei programmi della scuola secondaria superiore e creazione di contenuti informativi, anche tramite canali informatici, al servizio del cittadino“.