morra sarda

La morra sarda: una passione fatta di regole e intuizione

Non è raro visitando la Sardegna, soprattutto nei paesi della sua zona centrale e in periodi di eventi e sagre, imbattersi in una sfida di morra (o “murra”, in sardo).

Si tratta infatti di un gioco tradizionale dell’isola che ha radici davvero molto antiche, parliamo di oltre duemila anni, risalenti probabilmente all’antico Egitto: stando infatti ad alcune pitture e ritrovamenti archeologici rinvenuti nella tomba di un alto dignitario, è possibile collocare l’esistenza del gioco già in quel periodo. Ma esistono prove della sua pratica anche in epoca romana e citazioni in testi classici come “I Promessi Sposi” di Manzoni. Insomma, la morra è praticata da secoli e non solo in Sardegna, sebbene oggi risulti diffusa prevalentemente, se non addirittura esclusivamente, nell’isola.

Ciò che salta subito all’occhio quando si assiste a una partita di morra è la rapidità di esecuzione, accompagnata da una sorta di musicalità, che viene creata dal connubio tra il ritmo con cui si puntano i numeri e la modulazione della voce con cui vengono scanditi.

I toni sono infatti spesso molto accesi e variano a seconda del numero di partecipanti: si può infatti giocare uno contro l’altro oppure a coppie di due. Le regole del gioco possono apparire complesse, soprattutto quando si osserva una sfida dall’esterno e si resta disorientati dalla velocità e dal chiasso, ma si tratta fondamentalmente di prendere confidenza e lasciarsi trasportare dall’istinto.

I numeri rigorosamente in sardo

I giocatori dichiarano infatti, rigorosamente in sardo, un numero inferiore a dieci e nello stesso momento buttano giù il braccio indicando con le dita il numero, da uno a cinque, che stanno puntando: la sfida viene vinta da chi ha dichiarato il numero corrispondente alla somma delle dita puntate dalle due mani; si prosegue, segnando i punti, fino ad arrivare al punteggio precedentemente stabilito, che per convenzione è il più delle volte sedici (generalmente si arriva quasi sempre anche alla bella e alla rivincita). Nulla di particolarmente complesso, insomma, se non fosse per l’eccezionale velocità di esecuzione, che richiede necessariamente di spegnere il cervello e agire d’istinto.

La morra e gli altri giochi

Se dovessimo fare un parallelismo tra la morra e un altro gioco, potremmo definirla come un blackjack senza hole card in cui i partecipanti devono possedere un intuito fuori dal comune per riuscire ad azzeccare la somma dei numeri, nel primo caso, e la capacità di fermarsi al momento giusto nel secondo. Si parte infatti in entrambe le situazioni senza conoscere le puntate e si deve essere abbastanza scaltri e rapidi per decidere quale cifra rappresenta la mossa vincente.

Un altro paragone può essere fatto con il gioco dei dadi o craps, che prevede altresì di indovinare tra una serie di numeri quello che alla fine uscirà dalla somma dei due dadi lanciati. Insomma, tanta strategia, sì, ma soprattutto molta scaltrezza e un pizzico di fortuna. Stiamo infatti parlando di discipline il cui esito non è completamente nelle mani del giocatore, ma richiede l’intervento di una serie di circostanze assolutamente fuori dal controllo e che, talvolta per puro caso, sono favorevoli a uno piuttosto che all’altro. Per questo il paragone con il blackjack e con i dadi sembra il più appropriato: bisogna infatti accumulare un bel po’ di esperienza per raggiungere il giusto livello di intuito e tempismo, che in questi giochi sono imprescindibili.

Un gioco senza età

E chi pensa che la morra sia ormai praticata soltanto da persone di una certa età, oltre a non aver mai visitato un paese del centro Sardegna, si è perso anche una notizia che noi stessi abbiamo dato all’incirca quattro anni fa: ovvero la realizzazione di un’app per smartphone che ha permesso all’antico gioco tradizionale dell’isola di diventare digitale ed essere alla portata di chiunque. Il suo realizzatore, Davide Onida, ci ha messo cinque anni per riuscire a completare questo progetto innovativo e rendere fruibile la morra, letteralmente, in tutto il mondo. L’applicazione esiste ancora, si chiama Sa Murra, ed è scaricabile su Play Store per smartphone Android: è possibile effettuare sfide appassionanti contro il computer ed esercitarsi anche in vista di eventuali giocate reali.

About Jennyfer Maria Labieni

Amo i concerti, la musica, i vinili, i viaggi e i tulipani.

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