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Spaziodanza: quattro giorni di performance a Sa Manifattura

Prove aperte di danzatrici e ariste che operano sul territorio sardo

Spaziodanza propone quattro giorni di performance work in progress 7 e 8 maggio, ore 20.30 a Sa Manifattura. Sold out 5 e 6 maggio.
L’associazione culturale Spaziodanza – che si occupa di produrre e far circuitare lavori di danza contemporanea – propone a Sa Manifattura 4 work in progress, prove aperte di danzatrici e ariste che operano sul territorio sardo.
Per quattro giorni, alle ore 20.30, a Sa Manifattura – a partire da giovedì 5, fino a domenica 8 maggio – si potranno vedere i lavori di: Francesca Massa, Monica Serra e Silvia Corda; Donatella Martina Cabras e Giulia Cannas; Rachele Montis, Manuela Ragusa e Giulia Vacca e Chiara Aru. Questo performance che documentano lo stato dell’arte di artiste che sperimentano e ricercano nuovi linguaggi e cifre espressive da attraversa.

Passaggi di stato

Si inizia con Passaggi di stato del trio composto dalla danzatrice Francesca Massa, dalla performer Monica Serra e dalla musicista e compositrice Silvia Corda. Passaggi di stato nasce da una riflessione intorno alla materia, parola che condivide l’etimologia con il termine mater, il fondamento costituente di tutti i corpi e di tutte le cose: la sostanza prima di cui tutte le altre sostanze sono formate e quella che subisce delle trasformazioni causate da sollecitazioni provenienti dall’esterno: i “passaggi di stato”.
Si prosegue con Oh my GAD!, il solo di Chiara Aru che intende svelare i meccanismi derivanti da disturbi dell’umore e i loro effetti sul corpo e la mente di chi ne soffre. Si tratta di sintomi incomprensibili e spesso invisibili all’esterno, invalidanti per chi ne soffre. Come chiedere aiuto in mezzo ad una folla, urlando in una lingua sconosciuta? Creazione e interpretazione di: Chiara Aru. Segue il trio TriOXX composto da Parwanhe Frei Rachele Montis Manuela Ragusa Giulia Vaccacon il lavoro dal titolo Esuvia. L’Esuvia in biologia è ciò che rimane di un esoscheletro dopo la muta di un antropode. Un liberarsi da una pelle ormai non più adatta. Il lavoro, nel suo primo studio, indaga sulla propria esuvia – l’interiorità più profonda che, staccandosi da un immagine stereotipata, ritrovare la propria primitiva identità.
Infine, Giulia Cannas e Donatella Martina Cavras propongono il duo Call for audience: un lavoro che problematizza ironicamente il concetto di chiamata, slittando su direzioni intrecciate e convergenti. Chiamata come vocazione o chiamata come selezione? A partire da interrogativi tragicomici che affastellano la vita dell’artista contemporaneao, Cabras e Cannas sviluppano un lavoro che riflette sulla stessa condizione dell’artista, caduca e costante in balìa della propria esposizione.

About Daniel Cadeddu

Mi piace studiare le lingue, guardare serie tv, anime e praticare diversi sport.

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