Stop alla vendita di auto alimentate a benzina, diesel e gpl. La commissione Ambiente del Parlamento europeo ha dato il via libera alla proposta, seppur con una maggioranza risicata: 46 voti a favore e 40 contrari.
La proposta, che ora ha valicato il primo step della sua formalizzazione, rientra nel pacchetto di misure legate alla sostenibilità, sia economica che ambientale, “Fit for 55” che mira a ridurre del 55% le emissioni di anidride carbonica, per allinearsi con le nuove politiche climatiche dell’Unione Europea entro il 2030. Lo scopo del progetto, il cui testo passerà ora al vaglio della plenaria del Parlamento nel mese di giugno, è quello di favorire il mercato di mezzi a emissione zero.
Ma per arrivare al 2035, e quindi al mercato a zero emissioni, la strada è lunga, e lo schieramento ambientalista del parlamento europeo ha suggerito alcune tappe intermedie che ci dovranno guidare all’obbiettivo. Dal 2025 stop del 25% di auto e del 20% di furgoni; dal 2027 si passa al 45% per le auto e al 40% per i furgoni, per poi concludere, nel 2030, col blocco del 75% delle auto e il 70% dei furgoni. C’è chi anche, seppur pochi a causa della quasi infattibilità della proposta, ha suggerito di abbandonare i veicoli con motore a combustione interna già dalla fine del decennio.
Con l’addio alle vetture a benzina e diesel cresce il timore del settore automotive di trovare un altro ostacolo al mercato delle auto; già messo a dura prova dalla pandemia e dalla crisi dei chip. Tanto è vero che tra gli emendamenti è stata avanzata la proposta di garantire finanziamenti volti a garantire la transizione energetica del comparto automobilistico; e un metodo comune all’intera UE per la valutazione delle emissioni di CO2. Questo aiuterà le case automobilistiche a continuare a investire forza lavoro, progetti e denaro nella realizzazione di auto a motore termico e ibride anche dopo il 2035.