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Legger_ezza 2022: Riccardo Noury presenta “Molla chi boia”

La crudeltà anacronistica della condanna a morte, che trasforma lo Stato in carnefice, escludendo ogni possibilità di riabilitazione e rendendo irreversibile un eventuale errore giudiziario, nell’incontro con il blogger e scrittore Riccardo Noury che giovedì 19 maggio alle 18.30 nel Foyer del Teatro Massimo di Cagliari

Una conversazione con il giornalista e corrispondente di guerra freelance Luca Foschi – presenterà il suo nuovo libro, “Molla chi boia / La lenta fine della pena di morte negli Stati Uniti d’America” (pubblicato da Infinito Edizioni nel 2022) per un nuovo appuntamento con “I Giovedì Letterari” organizzati dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna sotto le insegne di Legger_ezza 2022 / Promozione della Lettura in collaborazione con la Libreria Edumondo e Amnesty International.

Una riflessione sull’assurdità della pena capitale

Un viaggio tra le contraddizioni e i paradossi della società americana contemporanea, per una riflessione sull’assurdità e inutilità della pena capitale, un insensato sacrificio umano, come un macabro rito che ancora si perpetua in moltissimi paesi del mondo, sia pure nella maggior parte dei casi solo per i reati più gravi, nonostante non risulti in alcun modo dimostrabile la sua efficacia come deterrente e rappresenti invece una tragica manifestazione del desiderio di vendetta. Una reazione atavica e perfettamente comprensibile, ma del tutto irrazionale, che spinge a “lavare il sangue con il sangue” ma si traduce nella sua forma istituzionale in una fredda e spietata procedura, in cui il tempo stesso dell’attesa rappresenta una feroce agonia, culminante con l’eliminazione fisica attraverso la somministrazione di una iniezione letale, ovvero per impiccagione o con la sedia elettrica.

Perchè una condanna violenta non è meno brutale di qualsiasi altra forma di assassinio

Negli antichi (e nei moderni) sistemi giudiziari l’esecuzione del condannato avveniva (e avviene) in pubblico come affermazione di un potere superiore fondato su principi etici, politici o religiosi condivisi e su leggi e norme precise che stabiliscono i confini della libertà individuale: uno spettacolo terribile, come monito per i futuri trasgressori e insieme garanzia per i probi cittadini della validità delle regole e della punizione dei colpevoli. L’idea di una giustizia astratta e scevra da errori non trova corrispondenza nella realtà, dove la morte violenta inflitta da un boia non è meno brutale di qualsiasi altra forma di assassinio, al di là della (eventuale) ricerca di pratiche meno dolorose o più rispettose della dignità dei prigionieri – basti pensare alla ghigliottina. Il distacco “professionale” e l’apparente “scientificità” della procedura non la rendono meno aberrante, anzi in un certo senso ne evidenziano la lucida spietatezza – tanto più laddove tra processi, appelli e questioni burocratiche l’esecuzione della condanna rischia di porre fine alla vita di una persona completamente diversa da quella che era stata riconosciuta colpevole (per non dire delle ingiuste condanne).

“Molla chi boia”, un libro che ripercorre la storia della pena capitale degli Stati Uniti d’America

Nel suo “Molla chi boia” – con la prefazione di Alessandro Milan – Riccardo Noury ripercorre la storia della pena capitale negli Stati Uniti d’America che, specialmente negli ultimi decenni, parallelamente all’affermarsi di una forte coscienza civile e di una sempre maggiore attenzione alla tutela dei diritti umani – nonostante la sanguinosa parentesi del governo di Donald Trump – ha coinciso con una progressiva tendenza alla riduzione nel numero delle condanne. In questa appassionata e appassionante cronaca di un’evoluzione sociale e culturale e (forse) politica emergono differenti fattori – dai cambiamenti legislativi, come la cancellazione della pena di morte in alcuni Stati, agli aspetti contingenti, come l’esaurimento delle scorte di uno dei prodotti impiegati per l’iniezione letale; ma sono particolarmente significativi gli orientamenti dell’opinione pubblica, anche per effetto della campagne di informazione e sensibilizzazione portate avanti dalle organizzazioni abolizioniste, oltre alle sentenze dei tribunali federali e statali.

Uno spazio alle storie dei condannati in carcere

“Molla chi boia”, dà uno sguardo dentro le carceri, per provare a immaginare la condizione dei prigionieri nel braccio della morte, leggendo tra le righe, ma soprattutto spazio alle storie dei condannati: vicende emblematiche, dove è talvolta difficile distinguere tra vittime e carnefici e da cui emergono tutte le carenze e l’inadeguatezza del sistema, dai servizi sociali all’amministrazione della giustizia. Frammenti di verità, incompiute, forse incomprensibili, per restituire loro un volto, un’identità, la loro dignità di esseri umani
In Italia la pena di morte è stata definitivamente abolita nel 1948 (ma già dal 1889 era stata limitata ai crimini di guerra e al regicidio, per essere poi reinserita con il Codice Rocco nel 1930) e nel 2007 l’Onu ha approvato una storica risoluzione per la moratoria universale ovvero una sospensione internazionale delle pene capitali.

La lontana abolizione della pena capitale

Tuttavia la definitiva eliminazione della condanna a morte come forma estrema di “giustizia” che sancisce una sorta di delitto di stato è ancora lontana: molti passi sono stati compiuti in questa direzione, ma le cronache internazionali dimostrano come sia difficile estirpare dalla mente e dal cuore il pensiero della vendetta, sia pure consumata in maniera impersonale e algida come funzione pubblica, per rispondere alla rabbia e al dolore, placare l’indignazione. Eppure è un passaggio indispensabile – come ricordavano già gli antichi tragediografi greci – per entrare nella civiltà.

L’autore

Impegnato in difesa dei diritti umani e portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury ha un blog sul Corriere della Sera e un altro sul Fatto Quotidiano e collabora con Articolo 21, Pressenza Italia e Focus on Africa. Ha pubblicato in Italia, per Edizioni Gruppo Abele, una raccolta inedita di poesie dei detenuti di Guantánamo. Cura l’edizione italiana del Rapporto annuale di Amnesty International, dal 2016 pubblicato da Infinito Edizioni. Nel 2020 è uscito il suo e-book “La testa altrove. Diario dall’isolamento al tempo della pandemia” (Infinito Edizioni) su quel che è accaduto in Italia e nel mondo, tra strane derive antidemocratiche dell’Occidente e i fatti di guerra in Siria, e ha inoltre pubblicato il saggio “I dimenticati” sugli effetti collaterali della pandemia sulle vite ai margini, insieme a Luca Leone con cui aveva scritto “Srebrenica. La giustizia negata” (2015).

Riccardo Noury nell’Isola

Il tour nell’Isola di Riccardo Noury per la presentazione di “Molla chi boia” proseguirà venerdì 20 maggio alle 18.30 a Il Vecchio Mulino in via Frigaglia a Sassari: dialogherà con l’autore Carla Bassu, docente di Diritto pubblico comparato all’Università degli Studi di Sassari, mentre l’attrice Daniela Cossiga leggerà alcuni passaggi significativi del libro (l’evento è organizzato dal gruppo Amnesty di Sassari in collaborazione con Il Vecchio Mulino e la Libreria Max 88. E sabato 21 maggio il blogger e scrittore romano sbarcherà a Olbia.

Prossimi appuntamenti con Legger_ezza 2022

I Giovedì Letterari firmati CeDAC e Edumondo per Legger_ezza 2022 proseguiranno giovedì 26 maggio alle 18.30 con l’anteprima di “White Light” (Camena Edizioni, 2022), libro d’esordio del musicista (e scrittore) Davide Catinari, in dialogo con l’editore Andrea Fulgheri: una storia estrema tra sostanze proibite e misteri, dove un artista in fuga dal passato finisce con l’immedesimarsi con il precedente guardiano del faro e indagare sulla sua scomparsa, tra i “bagni” nella luce bianca e il silenzio delle notti sull’isola.

INGRESSO GRATUITO – fino a esaurimento posti

About Claudia Atzori

Sono Claudia Atzori. Sono nata nel 1997 e ho la passione per il disegno, la pittura e l'architettura.