Il progetto nazionale “Per aspera ad astra” porta in scena i detenuti con lo spettacolo “Carpe Diem”.
Venerdì prossimo, 27 maggio, alle 15.30 nella Sala Biblioteca del Casa Circondariale E. Scalas di Uta, si chiude la quarta edizione del progetto nazionale “Per Aspera ad Astra-Come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza”. In scena “Carpe Diem”, una nuova produzione Cade die Teatro per un viaggio nell’età dell’innocenza di chi l’ha perduta.
Sette detenuti/attori della sezione
Allievi di Alta Sicurezza (A.S.), guidati da
Pierpaolo Piludu e
Alessandro Mascia della compagnia cagliaritana, si metteranno a nudo. Raccontanteranno il proprio passato più lontano, quello in cui ancora
bambini, forse non immaginavano neanche lontanamente quanto gli avrebbe riservato il futuro. «Si tratta di un viaggio catartico alla riscoperta del proprio io più puro. Abbiamo chiesto loro di tornare con la mente agli anni dell’infanzia, quelli dell’innocenza, tempi di giornate trascorse tra famiglia e amici». Lo spiega
Alessandro Mascia.
Un doppio impegno per questi attori speciali. Infatti, oltre a superare l’imbarazzo di un’esibizione pubblica, ancor prima i detenuti hanno dovuto mettersi a nudo, spogliarsi per un momento del presente. Hanno tirato fuori dal cassetto della memoria ricordi felici, di
amore e accoglienza. Superando vergogne, timidezze, imbarazzi e pudori.
Sono nati così 7 brevi monologhi che compongono un viaggio alla riscoperta del proprio io.
Sette racconti scritti dai protagonisti e coordinati nella realizzazione scenica dai due registi Mascia e Piludu. Piludu racconta: «Ogni volta che lavoriamo in
carcere si crea qualcosa di magico. Mesi e mesi di incontri e prove, passando anche per mille difficoltà. Ma poi, in collaborazione con la dirigenza e col sostegno degli operatori del
CPIA 1 Karalis, come per magia appunto, arriva il momento di salire sul palco. Ti rendi conto che tutta la fatica, tutto l’impegno nostro certamente, ma soprattutto quello degli attori, è ripagato».
«Questo progetto è molto importante per il nostro istituto perché, dando seguito a quanto previsto dalla nostra Costituzione, contribuisce all’obiettivo di una detenzione che mira alla rieducazione. I progetti culturali portati avanti dal Cada Die, hanno un’alta valenza sotto questo profilo. Siamo loro molto grati perché non è stato semplice in questi anni di pandemia, realizzarli con tale impegno e ostinazione». A parlare è Marco Porcu, direttore della Casa Circondariale di Uta.
Lo spettacolo conclude la quarta edizione del progetto nazionale
“Per Aspera ad Astra – Come riconfigurare il carcere con la cultura e la bellezza”. Promosso da
ACRI (Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio), sostenuto da 11 Fondazioni bancarie, tra cui la
Fondazione di Sardegna. Da 3 anni coinvolge circa
250 ospiti degli istituti penitenziari di
14 carceri italiane in percorsi di formazione artistica e professionale nei mestieri del
teatro.
CARPE DIEM
Regia e scene Alessandro Mascia e Pierpaolo Piludu. Coordinamento Andrea Mascia, luci Giovanni Schirru. Voce fuori campo Veronica Floris. Editing audio Matteo Sanna. Tutor Giovanni Malagutti (Fondazione Malagutti).