Genitori europei un po’ più informati sul papillomavirus umano (Hpv) ma non a sufficienza.
Secondo una ricerca, condotta da Ipsos in 8 paesi Ue, il 73% dei genitori dichiara di essere a conoscenza dell’Hpv. Con un miglioramento, dunque, del 4% dei livelli di consapevolezza rispetto a quanto emerso da uno studio simile, condotto nel 2019. Ma comunque con un chiaro gap, rappresentato dal restante 27%, che afferma di non esserne a conoscenza. Questo nonostante i numeri dicano che la maggior parte degli uomini e delle donne sessualmente attivi sarà infettata da una forma di Hpv nel corso della vita.
Il pensiero di Xavier Bosch
A seguito della pandemia di Covid-19 il 61% dei genitori afferma di sentirsi più informato sulle vaccinazioni. Ciononostante, il 43% concorda anche di essere sopraffatto dalla quantità di informazioni riguardanti le vaccinazioni disponibili. Un genitore su 5 in tutta Europa, tra quelli informati sull’Hpv, non sa che può causare il cancro. “La ricerca – ha commentato Xavier Bosch dell’Istituto oncologico della Catalogna – mostra un risultato positivo sull’aumento dei livelli di consapevolezza dell’Hpv tra i genitori in tutta Europa. Tuttavia, c’è ancora molto lavoro da fare per ridefinire le priorità dei programmi generali di immunizzazione e screening, insieme a ulteriori sforzi per prevenire la diffusione dell’Hpv e la potenziale crescita della prevalenza di questo virus che causa il cancro”.
“In questo momento critico – ha ammonito – dobbiamo essere più vigili che mai sulla salute delle nostre famiglie e dei nostri cari. E lo faremo, assicurandoci di agire per recuperare gli screening sanitari e le vaccinazioni di routine, che tutti sappiamo essere stati ridotti a causa della pandemia”.
Le parole di Esra Urkmez
“Come madre so che tutti i genitori vogliono il meglio per i propri figli. Nessun genitore vorrebbe vederli contrarre qualsivoglia patologia invalidante che potrebbe compromettere il suo futuro”. Così ha commentato Esra Urkmez, Patient advocacy awareness fundraising director, di ‘Engage’. “Ecco perché è così importante per noi padri e madri fare ricerche, informarci e ottenere le informazioni corrette che possano supportarci nel percorso decisionale sulla salute dei nostri figli. Tuttavia, negli ultimi due anni, a causa della pandemia, è diventato sempre più difficile per i genitori orientarsi nella vastità delle informazioni disponibili relativamente ai vaccini e sulla protezione dei propri figli dalle malattie infettive. I genitori devono continuare ad utilizzare fonti affidabili come l’Organizzazione mondiale della sanità e a parlare con il proprio medico”, ha sottolineato.
“E’ importante per loro fidarsi delle notizie che ricevono. Bisogna sentirsi pienamente informati e sapere che il vaccino Hpv esiste da molto tempo rispetto a quello contro il Covid-19“, ha aggiunto Esra Urkmez. “E’ stato studiato e largamente sperimentato. Il virus Hpv e alcuni tipi di cancro possono essere prevenuti semplicemente agendo ora per conto dei nostri figli. Se qualcuno non è sicuro, dovrebbe semplicemente parlare con il proprio medico per ottenere maggiori informazioni su come prevenire alcuni tipi di cancro, negli uomini e nelle donne”, ha concluso.
Più consapevolezza in Italia
Tra i dati emersi dalla ricerca, rispetto al livello di consapevolezza, risulta che solo 1 genitore su 2 che è a conoscenza dell’Hpv (55%) afferma di sentirsi informato sul virus. Questo mette in luce ulteriori lacune informative. Tra i diversi Paesi l’Italia risulta essere la più consapevole. La Germania (59%) e la Svezia (60%) le meno informate. E ancora, tra gli altri risultati: solo un terzo (33%) dei genitori intervistati ha affermato di essere consapevole che l’Hpv può causare il cancro sia negli uomini che nelle donne; mentre il 42% non era a conoscenza delle vaccinazioni che potrebbero aiutare a prevenire alcuni tipi di cancro.