Tra il 2019 e il 2020 la spesa è infatti aumentata, passando dai 3,33 miliardi del 2019 ai 3,48 miliardi del 2020, incidendo per il 10,2% del Pil contro una media del 7,5% a livello nazionale. La spesa sanitaria per abitante è pari 2.175 euro, in crescita del 6,5% rispetto al 2019, e risulta maggiore rispetto a quella osservata nel Centro-Nord (2.128) e nel Mezzogiorno (1.978).
“Dal punto di vista della gestione del servizio il sistema sanitario regionale sardo risulta complessivamente efficace raggiungendo un punteggio sufficiente in tutte le aree di assistenza previste dal nuovo sistema di garanzia per il monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza – spiega il Crenos – Tuttavia, I dati sulle rinunce alle prestazioni sanitarie evidenziano come la Sardegna nel 2020 sia la regione con il tasso maggiore di utenti che, pur avendone bisogno, hanno rinunciato a una prestazione sanitaria. Questo dato è pari al 14,8%, contro una media nazionale del 9,6%”.
I dati sui servizi socio-educativi per la prima infanzia evidenziano un “andamento complessivamente negativo che non mostra segni di miglioramento”. Tra il 2015 e il 2019 la quota di comuni che presentano questo tipo di servizi nell’Isola si è ridotta dal 37,7% al 25,2%. La Sardegna è la penultima regione per copertura comunale del servizio dopo la Calabria. In leggera crescita il dato riguardante la fruizione del servizio: il 13,7% degli utenti potenziali utilizza questo servizio nel 2019, contro una media nazionale del 14,7%. Inoltre, si riduce la spesa dei comuni sardi a fronte di un incremento della quota di partecipazione delle famiglie.