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Dagli scavi di Tharros riemerge il quartiere artigiano

Da lì partivano le anfore esportate in tutto il Mediterraneo

CABRAS – Dai resti della città fondata dai Fenici, poi punica e romana; spunta ora il quartiere artigianale: è la nuova scoperta della campagna di scavi a Tharros; nel comune di Cabras. Nelle fornaci venute alla luce nella zona dell’istmo di Sa Cordiola; dal lavoro e gli studi di un’equipe dell’Università di Bologna, diretta dalla dottoressa Anna Chiara Fariselli; probabilmente venivano prodotte le anfore che venivano esportate in tutto il Mediterraneo.

Una scoperta fondamentale

Una scoperta fondamentale non solo per il sito archeologico sardo: la topografia del rione “industriale” apre nuove prospettive per una ricerca integrale dei settori produttivi di tutte le altre città puniche. Fariselli, nuova ordinaria di archeologia fenicia e punica dell’Alma Mater Studiorum; è una veterana della ricerca a Tharros, prima come membro della Missione archeologica Tharrense di Enrico Acquaro, poi in autonomia. Il gruppo di Bologna e di Cagliari – con Carla Del Vais – ha lungamente scavato nella necropoli meridionale fenicia e cartaginese di Tharros.

Il programma di ricerca di Fariselli

Successivamente Fariselli ha sviluppato un importante programma di ricerca nell’istmo di Sa Cordiola che introduce all’area funeraria. La programmazione della strategia della ricerca è legata alle indagini geofisiche con georadar e magnetometro che hanno rilevato una situazione compatibile con la presenza di fornaci. A Tharros era già nota (ricerche della Soprintendenza archeologica nel 1981) un’area produttiva con fornaci nella zona a ridosso della necropoli settentrionale. Una seconda area artigianale è stata ipotizzata da uno studio di Enrico Acquaro sul colle di Murru Mannu. Ora, su concessione ministeriale e con la supervisione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Cagliari; ecco il nuovo ritrovamento: l’area artigianale della città, l’unica. “Si tratta di una scoperta molto importante – sottolinea l’archeologa – sono pochissimi i casi analoghi nel Mediterraneo centrale, in Sicilia e a Cartagine. Ci troviamo davanti ad un contesto che con questa leggibilità sul terreno, finora, non abbiamo mai rinvenuto.

La funzionalità del terreno

Ci siamo sempre trovati di fronte a contesti rimaneggiati, all’interno dell’area archeologica e nella necropoli, per ragioni diverse. Questa zona, invece, è una zona sigillata, nella quale si vedono delle modifiche strutturali che sono però antiche; legate al miglioramento delle funzionalità delle strutture di fornace”. Ma non è finita qui. “Tharros è un sito che si estende su un’area molto vasta, che riserverà per lungo tempo nuove sorprese – annuncia il presidente della Fondazione Mont’e Prama Anthony Muroni- stiamo programmando importanti interventi per garantire la messa in sicurezza e il rinnovo della fruibilità del percorso attorno agli scavi”. 

About Jennyfer Maria Labieni

Amo i concerti, la musica, i vinili, i viaggi e i tulipani.

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