Per la rassegna Teatro e Marmellata 2022, giovedì 9 giugno va in scena Cappuzzetto Rozzo, al TsE di Is Mirrionis a Cagliari.
Una fiaba ecologica per “Teatro e Marmellata” , la rassegna a misura di giovanissimi e famiglie organizzata dal Teatro del Segno. Giovedì 9 giugno alle 17, al TsE di Is Mirrionis a Cagliari, va in scena la storia di “Cappuzzetto Rozzo” firmata Abaco Teatro. E liberamente ispirata alla classica novella di Charles Perrault.
Sotto i riflettori Rosalba Piras (che ha curato testo e regia) con Tiziano Polese e Antonio Luciano. Per una inedita versione delle avventure della bambina con la sua adorata mantellina rossa. La quale incaricata dalla madre di portare un cesto di leccornie alla nonna ammalata, si addentra nel bosco dove incontrerà l’immancabile lupo.
Capricciosa e un po’ sventata, con quel suo strano difetto di pronuncia che le impedisce di dire bene il suo stesso soprannome, la ragazzina si muove incurante tra alberi e animali. Calpestando i fiori, lanciando sassi e lasciando dietro di sé una scia di cartacce. Finché, grazie ai suoi nuovi amici, scoprirà l’importanza del rispetto per la natura.
Uno spettacolo divertente e originale. Con il fantasioso e colorato impianto scenico di Marco Nateri. Tra dialoghi e canzoni, per «stimolare nei bambini la capacità di forgiare il proprio sguardo sul mondo e su di sé».
Per informazioni: biglietteria.teatrotse@gmail.com – 351.6862271 (anche whatsapp)
Un’inedita versione della celebre fiaba di Charles Perrault, con “Cappuzzetto Rozzo” di Abaco Teatro. Lo spettacolo fa parte della rassegna “Teatro e Marmellata” 2022, dedicata alle bambine e ai bambini e alle famiglie. Organizzata dal Teatro del Segno con la direzione artistica di Stefano Ledda. E inserita nel progetto pluriennale Teatro Senza Quartiere / per un quartiere senza teatro (2017 – 2026).
La pièce è scritta, diretta e interpretata da Rosalba Piras. Protagonisti anche Tiziano Polese e Antonio Luciano nel fantastico “paesaggio” disegnato dallo scenografo Marco Nateri. Lo spettacolo si ispira alle avventure della fanciulla dolce e gentile, un po’ sognatrice. La bambina è inviata dalla madre presso la nonna ammalata con un cestino pieno di leccornie e si imbatte in un lupo affamato. Ma ignara del pericolo conversa amabilmente con quel misterioso signore. Il quale in cuor suo non vede l’ora di mangiarsela insieme alla cara vecchina.
Una storia esemplare per mettere in guardia le giovani donne (e non solo) sulle insidie nascoste nel bosco. E sui rischi insiti nel dare troppa confidenza agli sconosciuti, che qui assume una nuova connotazione “ambientalista”.
L’attrice e regista Rosalba Piras reinventa trama e personaggi. Così la giovanissima eroina appare come una ragazzina capricciosa e un po’ maleducata. Trascurata da una madre troppo insensibile e vanitosa per assolvere adeguatamente al suo compito o rappresentare un luminoso esempio. “Cappuzzetto Rozzo” è buffo soprannome legato alla sua amatissima mantellina rossa. Ma travisato per un suo difetto di pronuncia. La piccola si addentra tra gli alberi senza curarsi di turbare l’armonia della natura. Quel regno affascinante popolato di insetti, animali e piante, sembra non interessarle. Infatti calpesta allegramente i fiori. Ancora, si diverte a lanciare dei sassi. E lascia dietro di sé la traccia visibile del suo passaggio sul sentiero cosparso di involucri di merendine. Una selvaggia in fondo, perché nessuno le ha insegnato l’amore e il rispetto per la Terra.
Tuttavia quella strana avventura e in particolare l’incontro con un Lupo sorprendentemente simpatico e con il suo amico Pino le permetterà di guardarsi intorno. E scoprire il meraviglioso mondo che la circonda. Tra equivoci e travestimenti, grazie alla «magia di un sogno rivelatore» la bambina prende coscienza dei suoi errori e della sua superficialità. Quindi, si trasforma da viaggiatrice indifferente in attenta custode e paladina della natura con i suoi segreti e i suoi tesori.
“Cappuzzetto Rozzo” di Abaco Teatro nasce con l’intento di «stimolare nei bambini e nelle bambine la capacità di forgiare il proprio sguardo sul mondo e su di sé. E di sentire ciò che le fiabe hanno ancora da dire su temi che ci riguardano». La pièce si sofferma sull’importanza della tutela e del rispetto della natura. Ma offre spunti di riflessione per grandi e piccini. In particolare, su «come si diventa indipendenti, che cosa significa essere liberi e fino a che punto. Come ci si difende dalle forze oscure che abitano dentro e intorno a noi. E come essere protagonisti di una storia di crescita e conoscenza del pianeta».
Una moderna fiaba ecologica impreziosita da canzoni riscritte e riarrangiate appositamente. Una colonna sonora che a tratti si tinge di rap per una mise en scène colorata e avvincente. “Cappuzzetto Rozzo” pur con tutti i suoi difetti e le sue mancanze, a cominciare dalla scarsa passione per la pulizia e l’igiene personale, è una bambina normalissima o quasi. Che condivide desideri e aspirazioni dei suoi coetanei, con in più il dono dell’immaginazione. Non è difficile immedesimarsi con la sua singolare esperienza di ragazzina pigra e un po’ viziata. Lontana per una volta dallo sguardo degli adulti e quindi libera di comportarsi come più le aggrada. A rischio di infrangere le regole del buon senso e addentrarsi temerariamente nello spazio ignoto della foresta.
Fortunatamente i tempi sono un po’ cambiati. Tra gli alberi non si aggirano (solo) predatori in cerca di vittime. E perfino un lupo se conosciuto da vicino può rivelarsi un fantastico compagno di giochi. Disposto a fare da guida alla bambina di città che così sfrontatamente ha invaso il suo territorio per farle scoprire e amare quei luoghi.
Insieme con la protagonista, gli spettatori apprenderanno quanto possa essere entusiasmante confrontarsi con la flora e la fauna. E riuscire a riconoscere le diverse specie vegetali e animali. Ritrovando idealmente il contatto con gli spazi verdi, sempre più rari. Ma ancora presenti nei paesi e nelle città dell’Isola.
La rassegna “Teatro e Marmellata” 2022 proseguirà con altri tre appuntamenti fino alla fine del mese di giugno al TsE di Is Mirrionis. In compagnia di giovani eroi e eroine, una topolina saggia e i suoi amici animali. E poi storie di banditesse e banditi ma anche janas e altre creature “magiche”. Oltre alle trame e ai personaggi inventati da Gianni Rodari.
I PROSSIMI APPUNTAMENTI
Un racconto fantastico per riscoprire l’aroma e il gusto dei cibi tradizionali dell’Isola – giovedì 16 giugno alle 17 – con “Sorichitta” del Bocheteatro. Nell’interpretazione di Monica Corimbi e Monica Farina con musiche di Stefano Ferrari e regia di Giovanni Carroni (anche autore del testo insieme con Monica Corimbi). Una simpatica topolina massaia e i suoi amici – il corvo Piticò, Zoseppeddu il porcospino e il gatto Fantagatto – sveleranno ai giovanissimi (e non solo) i segreti dell’arte culinaria. Uno spettacolo originale realizzato con il sostegno del GAL Mare e Monti / agenzia di sviluppo rurale del nuorese nell’ambito del Programma Leader Plus, in collaborazione con l’USL n.3 di Nuoro. Per ritrovare gli antichi sapori: sos culurjones, sos malloreddos, sos macarones de busa, su casu berbechinu, ma anche il miele e l’olio. Questi sono gli “ingredienti” di una favola ecologica sui prodotti e le risorse del territorio e sulla solidarietà.
La poetica “rivoluzione” dei giocattoli de “La Freccia Azzurra” del Teatro del Segno in programma giovedì 23 giugno alle 17 – lascerà il posto a “Rodari… per l’estate!”. Un’altra produzione dei “padroni di casa” che vede in scena Alessandra Leo e Stefano Ledda (che firma anche regia e drammaturgia). Un viaggio tra le pagine dei libri più noti e amati del grande scrittore per l’infanzia. Tra “favole al telefono”, poesie e filastrocche. Con il coinvolgimento diretto dei giovanissimi spettatori.
“Rodari… per l’estate!” è un progetto di invito alla lettura. Un esperimento ludico in cui si intrecciano parole e note, buffi e strampalati “strumenti” per musicisti in erba. Ma anche spunti di riflessione e momenti di puro divertimento. Un’occasione per riscoprire uno dei più importanti autori europei, il suo sguardo profetico sul mondo, la sua capacità di rivolgersi direttamente al pubblico più esigente e sincero. Con le sue storie surreali e fantasiose, dove tutto diventa possibile.
Si ispira alla figura di Paska Devaddis “Bandita… una Fiaba Sarda” di Anfiteatro Sud. Con testo e regia di Susanna Mameli – in programma giovedì 30 giugno alle 17. Sotto i riflettori Claudia Giua, Silvia Bandini e Daniele Pettinau rievocano una vicenda di sanguinose vendette, sospetti e accuse, condanne e lunghe latitanze. Sullo sfondo di «una terra antica e magica come la Sardegna». Tra storia e leggenda, la vita della giovane orgolese costretta a rifugiarsi tra monti e foreste della Barbagia si intreccia a quella degli altri banditi. Fino alla sua tragica e prematura fine. A raccontarla Aranté e Brebé, due Janas, le “fate” della tradizione sarda. Che «custodiscono le chiavi per la comunicazione fra il mondo dei vivi e quello dei morti». Un inedito ritratto al femminile, per una moderna epopea. Incentrata su un’eroina fiera e coraggiosa, vittima di un crudele destino.
Il PROGETTO
Il TsE – spazio “ritrovato” e palcoscenico aperto alla città – è il fulcro di un progetto pluriennale di “teatro sociale”. Nato con l’idea di offrire un’alternativa e un’opportunità agli abitanti del quartiere e in particolare alle giovani generazioni. Un riuscito “esperimento” culturale, capace di intercettare e valorizzare risorse e talenti e insieme di rispondere a istanze e problemi. Affrontando argomenti delicati e complessi come il gioco d’azzardo patologico e il fenomeno sempre più diffuso delle truffe ai danni degli anziani.
L’arte della rappresentazione come sintesi del reale e proiezione dell’immaginario, capace di dar corpo ai sogni (e agli incubi) del mondo contemporaneo. Con un palcoscenico “pulsante” di emozioni trasfigurate in parole, suoni e visioni. E un luogo d’incontro e confronto parte integrante della vita culturale e sociale della comunità.
Il progetto pluriennale “TEATRO SENZA QUARTIERE/ per un quartiere senza teatro” proseguirà per un altro quinquennio. In virtù della proroga della convenzione che affida lo storico cineteatro parrocchiale di Sant’Eusebio, ora divenuto TsE, al Teatro del Segno fino al 2026. Un teatro “abitato” che pure nei mesi scorsi, sempre nel rispetto delle regole e delle distanze, con uso di mascherine e sanificazioni, ha ospitato prove e allestimenti, rigorosamente “a porte chiuse”. E la nascita della nuova creazione del Teatro Tages.
Progetto in collaborazione con la Parrocchia di Sant’Eusebio di Cagliari. E con il patrocinio e il sostegno dell’Assessorato alla Cultura, Spettacolo e Verde Pubblico del Comune di Cagliari, dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Autonoma della Sardegna e del MiC / Ministero della Cultura e con il contributo della Fondazione di Sardegna.
Fondamentale l’apporto di partner e sponsor privati. A partire dal main sponsor TECNOCASA di Roberto Cabras che sostiene l’intero progetto quinquennale. Come dell’azienda Fratelli Argiolas carpenteria metallica, grazie alla quale sono stati realizzati alcuni degli adeguamenti tecnici del palcoscenico e del teatro. E il partner tecnico DUBS Organizzazione Tecnica per lo Spettacolo di Bruno Usai.