Disturbi urologici per un 1 italiano su 6, acuiti in pandemia

Oltre 10 milioni di italiane e italiani soffrono di un disturbo urologico, circa uno su sei. Riguardano l’apparato urinario.

Tre dei primi sei tumori maschili riguardano l’apparato urinario; due destano particolare preoccupazione tra gli esperti: il tumore del testicolo e quello della vescica. All’attenzione degli specialisti anche la cistite interstiziale e, più in generale, il tema della sessualità. Nella donna, ma soprattutto nell’uomo che tende a nascondersi e ‘sfuggire’ a questi problemi. Tutti problemi che si sono acuiti in questi 2 anni di pandemia.

Lo ricordano gli esperti della Società italiana di urologia (Siu) e della sua Fondazione, affiancate da 11 associazioni di pazienti. Oggi a Roma nella conferenza stampa organizzata per la seconda Giornata nazionale dell’urologia, prevista per domani 10 giugno, e che punterà sull’informazione e la prevenzione.

Anche l’urologia ha pagato il suo tributo alla pandemia e per questo, dicono gli esperti, “serve recuperare il tempo perduto, ma anche acquisire una maggiore consapevolezza dell’importanza della figura dell’urologo per prevenire e curare patologie molto serie, sia maschili che femminili”.

In questa occasione tutti i cittadini avranno a disposizione un numero verde per consulti gratuiti, consigli e indicazioni, sempre attivo (800.189441); anche se una prima fase il servizio sarà dedicato esclusivamente ai profughi dell’Ucraina ospiti in Italia.

Parla il Ministro Speranza:

“Il ministero della Salute – ha spiegato il ministro Roberto Speranza, intervenuto all’incontro – sostiene questa seconda Giornata nazionale e la campagna di sensibilizzazione e di promozione della prevenzione delle malattie urologiche.

Queste iniziative sono sempre importantissime per la popolazione e fondamentali per evitare lo sviluppo di problematiche che, se individuate in ritardo, possono costringere i pazienti ad affrontare percorsi di cura più complessi e dolorosi.

L’investimento sulla prevenzione è quello che aiuta di più le persone, ma anche il Servizio sanitario nazionale. Prevenire è importantissimo sul piano individuale, ma è anche la cosa più conveniente”, perché “ci consente di avere meno problemi dopo. E’ sempre più importante – ha concluso – che tutte le figure istituzionali e associative dei pazienti si uniscano e lavorino all’unisono, con l’obiettivo comune di far crescere la qualità del nostro servizio sanitario”. 

About Ilaria Incani

Vivo a Gonnosfanadiga e sono una studentessa del corso di Beni Culturali e Spettacolo all'Università di Cagliari. Le mie passioni sono la musica, il cinema e l'arte.

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