A Nuoro nello spazio Ilisso 40 anni di ricerca dell’artista, che fanno rivivere la vita dell’artista Maria Lai.
Settanta delle sue opere sono esposte sino a fine novembre nello Spazio Ilisso di via Brofferio a Nuoro. In un iter espositivo dal respiro internazionale che ripercorre 40 anni di ricerca dell’artista ogliastrina, tra i maggiori artisti-filosofi della seconda metà del Novencento.
La rassegna nasce dalla collaborazione tra Spazio Ilisso, l’Archivio e la Fondazione di Maria Lai. Ancora, la Stazione dell’Arte di Ulassai e il Magazzino Italian Art Foundation di New York. Nell’intento di presentare al pubblico le opere più significative dell’artista.
La mostra progettata dall’architetto Antonello Cuccu focalizza il lessico visivo di Maria Lai. A partire dai primi lavori polimaterici. E va avanti con il lavoro di ricerca dell’artista negli anni ’70, quando il tessuto sostituisce la tavolozza e la macchina da cucire prende il posto del cavalletto da studio.
Il viaggio prosegue con i “pupi di pane“, materiale a cui Maria Lai riconosceva un profondo senso esistenziale. E si chiude con l’opera relazionale “Legarsi alla montagna” del 1981, in cui le case di Ulassai si legano tra loro con un nastro azzurro e infine si uniscono alla montagna. Un lavoro documentato nel video di Tonino Casula e nelle fotografie di Piero Berengo Gardin.
“Questa è una mostra selettiva nella quale non abbiamo considerato l’opera giovanile dell’artista. Ma siamo partiti dai primi anni ’70 con i lavori polimaterici, provenienti da collezioni pubbliche e private. Che raccontano la grandezza dell’artista”. Spiega Sebastiano Congiu, fondatore insieme a Vanna Fois della Ilisso Edizioni, in occasione dell’inaugurazione.
“Nell’opera di Maria Lai – aggiunge la curatrice dell’esposizione Elena Pontiggia – vi sono elementi sardi e altri che non hanno confini. Si passa dalla pittura all’invenzione poetica del cucito. Fino all’uso del materiale non tradizionale per le sculture, come il pane ad esempio. Simbolo di vita e di morte, quando il grano finisce per diventare alimento”.
A ricordare l’artista, la nipote Maria Sofia Pisu, presidente dell’archivio della zia. “Maria viaggia nel mondo anche col nostro impegno affinché sempre più persone possano godere e imparare dalla sua arte” . Un’arte che, come ha evidenziato il vescovo di Nuoro Antonello Mura, “altro non è che la trama della vita, scritta con ago e filo per raccontare le passioni, i dolori, le gioie e le paure che ci sono in ognuno di noi”.