Tra Sassari e Sennori “Il Tempo sospeso” danza con l’arte di Maria Lai: continua l’XI edizione di “Primavera a Teatro”.
Il 16 giugno al Teatro Verdi e il 18 in replica al Centro culturale di Sennori, si terrà lo spettacolo “Il tempo sospeso“. Una coproduzione tra Estemporada, Versiliadanza di Firenze e cooperativa Teatro e/o Musica. Per riscoprire in chiave coreutica la figura dell’artista di Ulassai Maria Lai. Il progetto è ideato da Livia Lepri e Angela Torriani Evangelisti. E porta in scena una tela lunga settanta metri per cucire insieme esistenze e situazioni.
Dopo il successo della serata d’apertura per la prima nazionale di “Encanto”, l’XI edizione di “Primavera a Teatro” prosegue. E propone un doppio appuntamento per riscoprire in chiave coreutica la figura straordinaria di Maria Lai, una delle più celebri artiste di Sardegna.
Il 16 giugno alle 20.30 al Teatro Verdi di Sassari e in replica sabato 18 al Centro Culturale Pazzola di Sennori (alla stessa ora). Qui la compagnia Estemporada in coproduzione con Versiliadanza di Firenze e Cooperativa Teatro e/o Musica presentano “Il Tempo Sospeso”. Un progetto nato da un’idea di Livia Lepri e Angela Torriani Evangelisti per raccontare e valorizzare l’arte e l’opera di una donna straordinaria. Che ha saputo fare delle interconnessioni il fulcro del suo profondo messaggio artistico.
Tutta la composizione è incentrata sui movimenti del corpo che, a tratti, simulano i movimenti di un ago.
Che procede nei suoi movimenti sinuosi, per cucire insieme esistenze e situazioni, attraverso una tela lunga circa settanta metri. Tutto è improntato sulla leggerezza del gioco, musicalmente molto poetico e suggestivo. L’introduzione sonora è affidata alle armonie scaturite dalle magiche pietre di Pinuccio Sciola, seguite dal ritmo ipnotico dei telai al lavoro.
«Nella semplicità del messaggio di Maria Lai puoi riprodurre l’esistenza umana. Attraverso i movimenti di un ago e di un filo, creando legami e interconnessioni. Ed è proprio questo il nucleo del nostro lavoro. Il gioco inevitabile di vite e di storie che si incrociano», ha spiegato Livia Lepri.
Nelle parole di Maria Lai “un ago entra ed esce da qualcosa lasciandosi dietro un filo. Segno del suo cammino che unisce luoghi e intenzioni. Più che il saldare o l’incollare essi portano insieme estraneità, il filo unisce come si unisce guardando o parlando”.
La gestazione dell’opera è stata accompagnata da una fortunata coincidenza. Ovvero una mostra a Sassari delle opere dell’artista di Ulassai. «Abbiamo potuto studiare con cura tutto il percorso descrittivo. Abbiamo cercato di analizzare i disegni, di capire come era nato il gioco dell’oca per i bambini. Di comprendere a fondo la fase onirica e il suo rapporto con gli animali. E non potevamo trascurare il grande fascino emanato dall’idea di legare la montagna al paese di Ulassai. Infine, in maniera sorprendente e disarmante, ho scoperto una frase che sembra rivolta proprio alla danza. E che ho colto come un’eredità culturale: “Non importa se non capisci, segui il ritmo”». Ha concluso Livia Lepri.