Festival Etnosfera: “Usare una lingua minoritaria è un atto di coraggio: cantiamo in sardo come se fosse la lingua più parlata del mondo”
Protagonista della serata di inaugurazione del Festival Etnosfera, ieri sera ad Aggius, è stata la musica in lingua minoritaria.
Nel primo appuntamento in Piazza Michele Andrea Tortu Diego Pani, etnomusicologo, musicista e produttore discografico, ha dialogato con Emanuele Pintus, vincitore dell’Audience Award al Liet 2022, Festival internazionale dedicato alle lingue minoritarie. Durante l’incontro si è cercato di dare risposta soprattutto a una domanda: “Perché è importante parlare di lingue minoritarie e musica?”.
La risposta è stata: “Perché cantare in una lingua minoritaria, qualunque essa sia, è il modo più forte per prendere una posizione sull’ideologia del linguaggio. Questo, in breve, significa in un certo modo ribellarsi alle regole imposte dalla lingua nazionale e compiere un atto di coraggio, e anche – in qualche modo – fare una scelta politica. Cantare nella propria lingua è dunque un modo per rappresentare se stessi, la propria musica e l’appartenenza a un luogo preciso nel mondo”. Questi i concetti emersi durante il dialogo tra i due.
Linna.
È l’ultimo disco di Emanuele Pintus. “Crescendo – ha detto il cantante – mi sono sentito sardo, e così ho voluto cantare in sardo. Da piccolo subisci tutta uan serie di condizionamenti sulla lingua, che ti impediscono d parlarla. Ho iniziato da solo, per esempio, a interessarmi alle variazioni linguistiche che esistono per pronunciare la stessa parola. Poi, ho fatto una riflessione: pensate a quando parliamo in italiano – ha proseguito Pintus – tutti tendiamo a inserire inglesismi. Quando si parla in sardo, invece, tendenzialmente non lo si fa mai. Come se fosse una lingua sacra che non si può sporcare con vocaboli stranieri. La bellezza che guida la mia operazione musicale è: cantare in sardo come se fosse la lingua più parlata del mondo”.
A seguire, al tramonto, spazio alla musica country della songwriter americana Kristina Jacobsen che, in coppia con il contrabbassista sardo Sebastiano Dessanay. Ha proposto un variegato set per ripercorrere il proprio incontro con lingue e culture diverse, attraverso brani in inglese, lingua Navajo e sardo.
Il primo giorno di festival si è concluso sul palco nella piazza della Chiesa Santa Vittoria, con il concerto rock’n’roll proprio della band di Emanuele Pintus.
Il programma di oggi, sabato 18 giugno.
La giornata di oggi sabato 18 giugno inizia con la guida all’ascolto del disco “Abacada” di Andrea Parodi, percorso di approfondimento a cura di Marco Lutzu. Subito dopo, nella stessa location, spazio per il beatmaking di Angus Bit, giovane produttore terralbese di ambiente Hip-Hop Lo-Fi alle prese con giradischi e campionatore.
Il programma della giornata prosegue poi con l’incontro tra Ottavio Nieddu, Luca Parodi (Fondazione Parodi) e i musicisti ospiti della Fanfara Station.
Al tramonto, spazio per la musica e le parole di Federico Marras Perantoni, giovane cantautore di Porto Torres, che presenterà brani tratti dal suo disco “Canzoni di Mari”.
A conclusione della giornata di sabato, sul palco centrale, spazio alla world music di Fanfara Station, vincitori dell’edizione 2019 del Premio Parodi, per la seconda volta, in esclusiva, su un palco sardo. Chiude poi la serata il Dj Set di Angus Bit.