Il melodramma “I pagliacci” di Leoncavallo sarà messo in scena al Teatro Lirico di Cagliari a partire dal 23 giugno con un allestimento firmato dall’Ente Concerti de Carolis di Sassari.
Il palco di Sant’Alenixedda ospita il capolavoro del melodramma di Ruggero Leoncavallo. Sarà infatti “I Pagliacci” ad aprire la programmazione estiva del Teatro Lirico di Cagliari. A dirigere coro e orchestra del Lirico sarà Domenico Longo per la regia di Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi.
L’opera in due atti, potrebbe indurre a definirla erroneamente “opera verista” per via dell’appartenenza del suo autore alla Giovane Scuole, ma il linguaggio usato la discosta profondamente da questa appartenenza radicata nella tradizione. Il linguaggio di cui si serve Leoncavallo per mezzo dei suoi personaggi non sempre rispecchia i costumi dell’italiano meridionale di un basso rango sociale di fine XIX secolo
La trama
Canio è il capocomico di una piccola compagnia teatrale itinerante. Al suo interno vi sono Beppe, Tonio e Nedda, un’orfanella che lui ha salvato dalla strada quando era ancora una bambina, e che lo ha poi sposato più per gratitudine che per vero amore. Nedda si è però innamorata di Silvio, un contadino con cui una sera si mette d’accordo per fuggire via dopo lo spettacolo.
Tonio, anche lui innamorato di Nedda, ma da lei rifiutato, origlia il loro discorsi dei due amanti e decide di vendicarsi riferendo la tresca al amico Canio che non fa in tempo a vedere in volto l’amante di Nedda, e allora pretende che sia lei stessa a confessargli il suo nome; ma Nedda si oppone.
Beppe cerca di sedare la discussione ricordando che a breve inizia lo spettacolo. Canio è sconvolto e affranto, ma si prepara comunque a fare la sua parte di Pagliaccio come sempre, perché così vuole il pubblico. Poco dopo ha inizio la recita.
Canio, che anche nella commedia deve interpretare il ruolo del marito tradito. Non riesce a controllarsi e in scena continua a minacciare Nedda affinché conosca il nome del suo amante. Il pubblico inizialmente non capisce e pensa che tutto faccia parte dello spettacolo.
La situazione degenera, finché non diventa chiaro a tutti che non stanno recitando affatto. Beppe vorrebbe interrompere lo spettacolo, ma Tonio lo frena perché vuole vedere l’esito della sua vendetta. Canio finisce col pugnalare Nedda in scena, e uccide anche Silvio, venuto in suo soccorso. Poi si gira verso il pubblico ed esclama ‘La commedia è finita!’.