Un futuro sempre più lontano dalla Sardegna, che non garantisce un futuro lavorativo.
Le parole dei nuovi geometri. “Per studiare lasceremo la Sardegna, per avere più possibilità di lavoro”. Nel vero senso della parola visto che per cinque anni hanno studiato all’istituto Dionigi Scano di Cagliari. 5°B Cat (costruzioni, ambiente e territorio) ex Geometri Bacaredda.
Lei, Anna Sofia Frau. Si iscriverà in Ingegneria meccanica a Torino. “Vorrei specializzarmi in ingegneria aerospaziale. Mi interessano molto le costruzioni di veicoli aerospaziali”.
Lui invece, Vittorio Manca. Andrà al Politecnico di Milano, indirizzo Architettura. “Già dal secondo anno gli studenti collaborano con le aziende. E questo è molto importante per avvicinarsi al mondo del lavoro”.
Anche nella prova di progettazione dell’esame hanno dato un loro tocco, in qualche modo personale, al lavoro. Anna Sofia, che durante l’anno ha anche progettato, insieme a una compagna di classe, un quartiere green che piacerebbe tanto a Greta Thunberg, ha insistito sul versante ambientale. “La prova consisteva nella progettazione di uno stabilimento balneare – osserva – e ho pensato di utilizzare costruzioni x-lam, a impatto zero sull’ambiente, materiale antisismico e ignifugo”.
Vittorio invece ha pensato a una struttura inclusiva e accessibile. “Ho impostato buon progetto con tante rampe per ridurre i dislivelli per consentire davvero a tutti, a chi ha disabilità o non è autosufficiente al 100%, la possibilità di circolare nello stabilimento e di fruire liberamente di tutti i servizi”.
Un pensiero alla scuola
Tempo anche di bilanci per l’intero corso di studi per i giovani geometri: “Mi ha trasmesso la passione per le costruzioni – dice Anna Sofia – a partire dal settore edile, ma anche in altri ambiti. Una scuola che mi ha consentito di mettermi in gioco anche durante le simulazioni e di saggiare le mie capacità. Tra l’altro è un titolo di studio che consente di poter lavorare anche se le cose dovessero andare male all’Università”. Conoscenze trasversali, secondo il compagno di classe Vittorio: “Mi ha dato le basi – racconta – per poter applicare le conoscenze a diverse situazioni, partendo da prospettive differenti”.
Durante l’anno Anna Sofia si è soffermata sulla progettazione di un rione ecosostenibile: “Ciascuno di noi aveva una parte di una lottizzazione da sviluppare e nella parte a me affidata, anche alla luce del tema del cambiamento climatico, ho pensato di usare materiali da costruzione e energia che riducessero al minimo il consumo del territorio”. Vittorio si è occupato della scuola annessa alla lottizzazione: “L’ho progettata con materiali x-lam belli ed educativi: mi piaceva l’idea che i bambini crescessero in un ambiente sano e che in qualche modo insegnasse anche attraverso l’uso di certi materiali, il rispetto per la natura”.