Oms:”Quasi la metà di tutte le gravidanze nel mondo non sono intenzionali; 6 su 10 sono indesiderate, 3 su 10 finiscono con l’aborto indotto”
“Ogni anno nel mondo si registrano 25 milioni di interruzioni di gravidanze senza tutele e sicurezze per la salute delle donne. E sono 37mila a perdere la vita“.
Così, su Twitter, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), in merito alla sentenza con cui la Corte Suprema degli Stati Uniti ha abolito il diritto all’aborto.
Stando all’Organizzazione, “un aborto su 3 si svolge in condizioni non sicure, da persone non specializzate che usando metodi pericolosi”. “Ogni anno – evidenzia ancora l’Oms – quasi la metà di tutte le gravidanze nel mondo, 121 milioni, non sono intenzionali; 6 su 10 sono indesiderate e 3 su 10 finiscono con l’aborto indotto“.
La sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti è solo l’ultima arrivata tra le decisioni, nel mondo, contro il diritto delle donne di scegliere liberamente di abortire. Su 50 Paesi a Stelle e strisce, più della metà avevano già leggi estremamente restrittive in materia, come il Texas e l’Oklahoma, in cui l’interruzione delle gravidanze è criminalizzata anche nelle prime settimane di gravidanza, quando la maggior parte delle donne nemmeno sa di essere incinta.
In altri l’aborto era legale solo se costituiva un pericolo di vita effettivo della donna, o in caso di stupro, incesto o malformazioni fetali. E ora ci sono altri 13 Paesi pronti a vietare l’interruzione di gravidanza nei prossimi trenta giorni; si tratta di Stati repubblicani che avevano approvato norme stringenti legandole proprio alla decisione della Corte Suprema che ha capovolto oggi la sentenza Roe vs. Wade del 1973 con un salto all’indietro, sul cammino mai saldo dei diritti, di cinquant’anni. Secondo la mappa elaborata dal Center for reproductive rights dovrebbero essere 29 gli Stati Usa in cui l’aborto non sarà consento, 21 quelli in cui l’aborto dovrebbe rimanere legale, ma solo 9 quelli in cui sarà pienamente garantito.