Bonus edilizi: in Sardegna rischio per 1.000 imprese e 5mila dipendenti. 150 i milioni di euro che non possono essere incassati.
Sono circa 150 i milioni di euro, sul totale di oltre 1 miliardo di investimenti ammessi a detrazione in Sardegna, che le imprese sarde del Sistema Casa non sono ancora riuscite a incassare attraverso la cessione dei crediti del Superbonus 110%.
Sono questi i dati, stimati da Confartigianato Edilizia Sardegna, a fine dello scorso maggio; un patrimonio di crediti bloccati che sta mettendo in crisi di liquidità migliaia di imprese.
Dopo le denunce, gli appelli, le lettere verso le Istituzioni, i Parlamentari e gli Istituti Finanziari; Confartigianato ha chiesto al Governo di liberare le imprese dai crediti incagliati nei cassetti fiscali, non gestibili sul mercato bancario; e di scongiurare il fallimento di migliaia di imprese.
Per questo considera indispensabile un rapido intervento per sanare la situazione pregressa con un intervento straordinario da parte dello Stato per una conversione dei crediti in titoli negoziabili sul mercato.
Secondo i dati rilasciati da Enea sull’utilizzo del Superbonus 110% e relativi al 31 maggio; in Sardegna le asseverazioni sono state complessivamente 5.952 per un totale di investimenti pari a 1miliardo e 39 milioni di euro e investimenti lavori conclusi di 708 milioni di euro.
Confartigianato, a livello nazionale, ritiene necessario ampliare la platea dei cessionari nei cui confronti le banche e i gruppi bancari possono in ogni caso effettuare la cessione per consentire un buon assorbimento dei crediti fiscali; consentire l’utilizzo oltre l’anno 2022 della quota di credito d’imposta non fruita e derivante dalla concessione di sconti in fattura.
Infatti, molte imprese che hanno concesso lo sconto in fattura negli ultimi mesi dell’anno 2021 non hanno trovato cessionari disponibili all’acquisto dei crediti. Se non dispongono di capienza fiscale, rischiano di perdere la prima rata annuale per la parte non compensata; riaprire il termine per la trasmissione delle comunicazioni di opzione, scaduto il 29 aprile 2022.
Sono molte le imprese che, per motivi diversi non hanno potuto trasmettere la comunicazione nel termine del 29 aprile.