Congresso European Academy of Neurology, i risultati di studi clinici sull’uso a 4 anni che confermano l’efficacia contro l’atrofia cerebrale.
Da anni la ricerca scientifica studia per arrivare all’identificazione di terapie. Terapie che possano garantire ai pazienti con sclerosi multipla obiettivi ed ora nuovi dati che arrivano dal Congresso europeo della European Academy of Neurology (EAN. Questo si è svolto di recente a Vienna, rivelano che per questi pazienti c’è una terapia che riesce a raggiungere questi obiettivi.
Efficaci sin dalle fasi precoci della malattia, ben tollerati e capaci di proteggere contro il declino cognitivo.
Si tratta di ozanimod, farmaco orale rimborsato in Italia dallo scorso settembre. I nuovi dati presentati oggi in una conferenza stampa on line promossa da Celgene, ora parte di Bristol Myers Squibb.
Ogni anno nel nostro Paese si registrano 3.600 nuove diagnosi di sclerosi multipla. Le persone affette sono in totale circa 133mila, con una diffusione doppia nelle donne rispetto agli uomini.
La forma recidivante-remittente rappresenta circa l’85% di tutti i casi. Si distingue per l’alternanza di attacchi o recidive, dalla durata imprevedibile, caratterizzati dall’insorgenza di sintomi neurologici improvvisi e fasi di remissione completa o parziale.
Una patologia, quindi, che mina seriamente la qualità di vita delle persone che ne sono affette.
Per questi pazienti si conferma il ruolo positivo di ozanimod, farmaco orale rimborsato in Italia dallo scorso settembre.
Al Congresso European Academy of Neurology (Ean) si è tenuto a Vienna dal 25 al 28 giugno. Qui sono stati presentati 5 abstract su dati provenienti dagli studi registrativi e dallo studio di estensione (Ole-Daybreak) con ozanimod.
I risultati delle ricerche sono presentati oggi in una conferenza stampa on line promossa da Celgene, ora parte di Bristol Myers Squibb.
Gli studi condotti
Tra gli studi condotti, uno in particolare, ha valutato l’efficacia di ozanimod nei pazienti prevalentemente naive, cioè in coloro che non avevano mai ricevuto precedenti terapie.
“In questa analisi esplorativa abbiamo analizzato 1.501 uomini e donne: il 71% era naive mentre il restante 29% aveva già ricevuto una terapia – sottolinea Centonze, primo autore di questa analisi -.
L’obiettivo era valutare gli esiti clinici e radiologici nel lungo termine (studio Ole- Daybreak) in pazienti naive o experienced a una precedente Disease modifing therapy (Dmt).
Negli studi registrativi di fase 3, il beneficio associato all’utilizzo precoce di ozanimod è stato consistente indipendentemente dalla precedente esposizione a un Dmt e si è mantenuto nel tempo, con un trend in miglioramento.
I dati di questo studio osservazionale a lungo termine su pazienti trattati con ozanimod 0,92 mg per 5-6 anni evidenziano un controllo sostenuto dell’attività di malattia. I dati registrati tra i due gruppi di malati sono stati sostanzialmente comparabili e quindi entrambi hanno beneficiato del trattamento.
I sintomi della sclerosi multipla possono variare da persona a persona. I più ricorrenti interessano la vista, le sensibilità, le attività motorie o possono manifestarsi con i cosiddetti “sintomi invisibili”.
Tutti i sintomi costringono la persona con sclerosi multipla a ridefinire l’organizzazione della propria vita e i progetti a breve e lungo termine. I deficit cognitivi non sono sempre individuati, ma sono presenti nel 40%-70% dei pazienti fin dalle fasi iniziali della malattia e sono correlati all’atrofia cerebrale che si instaura nel tempo.