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SAPPE

Disagio carceri: la protesta del SAPPE

Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE diserterà la Cerimonia celebrativa regionale del 205° Anniversario di Fondazione del Corpo di Polizia Penitenziaria

Oggi nel carcere di Uta, si tiene la cerimonia per il 205° anniversario di fondazione del Corpo di Polizia Penitenziaria. Una festa che il SAPPE ha deciso di disertare. Un segno di protesta forte, come spiega Luca Fais.

Una situazione allarmante

“Pur avendo il massimo rispetto per l’Istituzione alla quale apparteniamo, non ci saremo. Questo perché, come diciamo da alcuni anni, per la Polizia Penitenziaria non c’è nulla da festeggiare. La situazione delle carceri sarde sta tornando a livelli allarmanti senza vedere gli auspicati provvedimenti correttivi, anche in relazione al fatto che mancano i direttori, i comandanti di reparto ed i sottufficiali quasi tutte le sedi”. Queste le parole del Segretario Regionale del SAPPE Luca Fais.

“Non capisco perché durante la nostra Festa si prediliga la disamina sulla realtà delle carceri e sulle possibili riforme di intervento. Quando invece andrebbe valorizzato il ruolo di Corpo di Polizia dello Stato dei Baschi Azzurri. Si dovrebbe infatti cogliere l’occasione per riflettere seriamente sulla situazione operativa. E la realtà è che continuano ad aumentare gli episodi violenti all’interno delle carceri sarde. E con il regime penitenziario ‘aperto’ e la vigilanza dinamica, la situazione si è ulteriormente aggravata”.

Le parole per Marta Cartabia

Fais, in particolare, lancia una sfida alla Ministra della Giustizia Marta Cartabia.

“Chiediamo alla Guardasigilli di attivare un concreto rapporto di collaborazione col Ministero della Sanità affinché negli ospedali sardi di maggior rilevanza vengano istituite le camere di sicurezza. Il fine è quello di assicurare alla polizia penitenziaria un servizio adeguato nei casi di piantonamento dei detenuti”.

Fais evidenzia infatti che “diversi istituti penitenziari della penisola stanno beneficiando delle camere di sicurezza presso le strutture ospedaliere da oltre 20 anni. In Sardegna invece sono presenti esclusivamente a Nuoro e Sassari. Strutture di alto livello come la Casa di reclusione di Oristano e Tempio Pausania devono piantonare i detenuti di Alta Sicurezza nelle corsie degli ospedali. Mentre, la Casa Circondariale di Cagliari UTA, non può beneficiare delle camere di sicurezza già individuate presso l’ospedale “SS.Trinità” di Cagliari ma mai consegnate per l’utilizzo. Al momento sono relegate come magazzini”. “

Oltretutto”, conclude, “i poliziotti del carcere di Cagliari UTA impiegati nei servizi ospedalieri svolgono servizi massacranti. Spesso si trovano a dover espletare 10/12 ore di servizio a causa dei ricoveri urgenti ma anche per l’inadeguatezza sulla gestione del personale di Polizia Penitenziaria”.

Il pensiero di Donato Capece

Donato Capece, segretario generale del SAPPE, sostiene le proteste e le rivendicazioni del SAPPE della Sardegna e denuncia che nel solo anno 2021 nelle carceri del Paese si sono registrate 1.087 aggressioni contro poliziotti penitenziari, 334 risse, 750 incendi dolosi, 1.274 rinvenimenti di telefoni cellulari e/o SIM e 528 di sostanza stupefacenti, 5.628 segnalazioni per violenze, minaccia, ingiuria, oltraggio, resistenza a pubblico ufficiale, “e le nostre donne ed i nostri uomini non hanno neppure uno straccio di Taser per difendersi dalle aggressioni dei detenuti violenti”.

Detenuti che, sempre lo scorso anno, hanno ricevuto 12.154 procedimenti disciplinari per inosservanza ordini, 9.369 per atteggiamenti offensivi, 5.752 per intimidazione/sopraffazione altri detenuti, 3.195 per appropriazione/danneggiamento beni Amministrazione e 423 per promozione di disordini e/o sommosse. “Di fronte a queste dati catastrofici ed all’inerzia dell’Amministrazione Penitenziaria e del Ministero della Giustizia cosa devono festeggiare le donne e gli uomini appartenenti alla Polizia Penitenziaria?”, conclude il leader del SAPPE.

About Renato Cabras

Studente di Scienze della Comunicazione

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