La premiazione del Premio Marchionni sarà anche l’occasione per ripercorrere la vita e l’opera del superbo artista a novant’anni dalla nascita. Le opere finaliste resteranno in mostra sino al 30 agosto. Sono in corsa anche quattro artisti sardi
Sabato 16 luglio alle 19 nel museo Magmma di Villacidro si svolgerà la serata finale del Premio Marchionni, concorso rivolto ad artisti di tutto il mondo, ideato per ricordare la figura di Dino Marchionni, incisore sopraffino e insegnante di educazione artistica, che nel 1954 lasciò la sua Urbino per insegnare a Villacidro, dove rimase fino alla morte.
Quest’anno si celebra il 90° anniversario della nascita di Dino Marchionni, e la serata di sabato sarà anche l’occasione per esporre alcune opere inedite dell’artista urbinate, villacidrese d’adozione. L’iniziativa è del MAGMMA (il Museo d’Arte Grafica del Mediterraneo Marchionni, con sede nel Palazzo Vescovile di via Vittorio Emanuele 15, a Villacidro) che, con l’organizzazione della Fondazione Estetica & Progresso e il sostegno della Fondazione di Sardegna, intende così promuovere e valorizzare l’arte grafica contemporanea.
Il concorso. Quest’anno sono state 510 le opere iscritte al concorso, arrivate da tutto il mondo. Le 40 finaliste (20 per la sezione Grafica e20 per la Pittura) saranno esposte sabato e rimarranno visitabili sino al 30 agosto.
Tra gli artisti arrivati in finale compaiono anche i nomi di cinque sardi. Si tratta di Diego Vergiu, di Ussana, (già vincitore targa Oro Premio Arte Mondadori 2018 sezione grafica), Tiziana Sanna, di Cagliari, Roberta Congiu, di Ussana, di Roberto Brundu di Quartu, e Massimo Mollicca Nardo di La Maddalena
La giuria composta da Umberto Palestini, direttore dell’Accademia di Belle Arti Urbino (tra le istituzioni artistiche più importanti d’Italia), Alessandra Redaelli, storica e giornalista di Arte Mondadori Milano, Adriano Corsi, direttore dell’Archivio Lazzaro di Milano, Giorgio Sorrentino della Galleria Artesanterasmo di Milano, Vitaliano Angelini, presidente Incisori Urbinati, e Arialdo Ceribelli, direttore antiquario collezionista della Galleria Ceribelli di Bergamo, nominerà il vincitore assoluto delle due sezioni principali, la Grafica e la Pittura, a cui andrà un premio di 1.500 euro più un’esposizione personale nell’Archivio Lazzaro di Milano prestigiosa istituzione artistica che offrirà anche una collaborazione.
L’omaggio a Dino Marchionni. Dell’artista saranno esposte alcune litografie degli anni Cinquanta, risalenti al periodo urbinate, con tematiche legate alla figura. Non sarà un confronto, ma una sorta di diario che si apre sul Premio Marchionni intersecando i lavori accademici dell’artista con l’attualità, nelle sue multiformi rappresentazioni contemporanee della figura; un richiamo all’accademia urbinate per studiare e comprendere l’evoluzione della figura, appunto, nel contemporaneo.
Sino al 30 agosto le 40 opere finaliste del premio e le litografie di Dino Marchionni saranno esposte al Magmma dove sarà possibile visitarle previo appuntamento scrivendo a info@premiomarchionni.it o chiamando al numero +393403473320.
DINO MARCHIONNI
Dino Marchionni nasce ad Urbino il 20 giugno 1932. Nella città dei Montefeltro, città natale di Raffaello Sanzio, si è diplomato presso l’Istituto d’Arte e successivamente ha frequentato l’Accademia Raffaello nella sezione di Litografia per la decorazione ed illustrazione del libro dove si diploma nel 1954 con l’illustrazione del libro di Prosper Merimeè “La Carrozza del SS Sacramento”. Nello stesso Istituto ad illustrare altrettanti testi furono: Salvatore Fiume, per ben due volte, Remo Brindisi ed Emilio Greco.
Dall’ottobre del 1954 si trasferì a Villacidro dove ha insegnato Educazione Artistica per trent’anni. Dapprima alla scuola dell’avviamento, di seguito, e in successione, presso il Seminario Vescovile, il Liceo Classico ed infine la scuola media “Antioco Loru”.
Nei primi anni vissuti a Villacidro Dino Marchionni si esprime essenzialmente con le tecniche a lui più care in quel periodo, retaggio degli studi appena terminati all’Accademia di Urbino.
La litografia, la linoleumgrafia, il monotipo, e le altre tecniche di incisione che tra l’altro sono oggetto di insegnamento presso gli istituti dove presta servizio. Sono di questo periodo le realizzazioni con la tecnica della litografia di una serie di figure in bianco e nero e una serie di tauromachie, sempre con la tecnica della litografia, dove è forte l’influsso del Goya, autentico ispiratore dei giovani grafici ed incisori delle Accademie di mezza Europa.
La didattica
Questo periodo, che possiamo inserire tra il 1954 ed il 1965, è ricco di esperienze soprattutto legate all’attività didattica. Dalla metà degli anni sessanta inizia un periodo prolifico accostandosi a tecniche quali l’acquerello ed il graffito che saranno, negli anni successivi, il baluardo del suo percorso artistico.
Nel 1966 Dino Marchionni termina la realizzazione della prima grande opera con la tecnica del graffito: “Simbiosi” (titolo originario “L’ulivo”). Simbiosi, realizzata in quasi due anni, è il crocevia della nuova produzione artistica di Marchionni per quanto riguarda il graffito. Infatti affianca all’utilizzo del bulino, con il quale realizza le centinaia di foglioline dell’ulivo secolare, una normale lametta per grattare la cera nera sovrastante, onde poter liberare il giallo ed il rosso per poter creare il contrasto tra lo sfondo e l’albero. In questo periodo realizza alcuni graffiti, poche unità (cinque o sei), con tematiche legate alla neve e quindi con lo strato sottostante il nero, di color bianco; di queste opere, tuttora, se ne trovano tre pezzi.
Il graffito
La tecnica del graffito richiedeva ovviamente un’attenzione particolare e comunque superiore a qualsiasi altra tecnica. Proprio per la sua particolarità non concedeva distrazioni e conseguentemente errori. Una volta asportata la materia (il colore a cera) era del tutto vano ogni tentativo di ricomposizione della materia stessa. Questo è il motivo per cui Dino Marchionni, quando si cimentava nella realizzazione di un’opera a graffito, doveva acquisire la massima concentrazione in un contesto di tranquillità e serenità; il lavoro minuzioso e lento, e quasi maniacale, gli ha consentito di ottenere, in quaranta anni, una produzione di opere a graffito che non supera i cento pezzi.
Alla fine degli anni sessanta, contemporaneamente allo sviluppo della tecnica del graffito, Dino Marchionni affina la tecnica dell’acquerello. Da questo momento in poi e per tutti gli anni settanta, la sua attività si concentra prevalentemente sull’acquerello. Questo è anche il periodo in cui Dino Marchionni si affaccia al grande pubblico con una serie di mostre personali; Oristano, Villacidro ed una serie di mostre collettive nella penisola.
Il premio Unesco
Ma le soddisfazioni dell’artista-professore sono legate soprattutto alla sua attività didattica. In questo periodo i riconoscimenti verso gli elaborati dei suoi alunni, che partecipano ai concorsi anche internazionali, sono numerosi. Fra tutti spicca il Premio dell’UNESCO del 1978/79 sul tema dell’ambiente.
Negli anni ottanta Marchionni, raggiunta la piena maturità artistica, alterna la produzione di acquerelli con quella dei graffiti. Sono anni in cui nasce l’idea, sviluppata con Marcello Serra, di realizzare una serie di opere a graffito che hanno come tema la spiritualità, attraverso la rappresentazione delle maggiori cattedrali romanico-pisane della Sardegna.
Questo progetto, consistente e articolato, assorbe gran parte dell’attività artistica di Dino Marchionni; per questo motivo, nel 1984 dopo trent’anni di insegnamento, lascia la scuola. Nel 1998 il Comune di Villacidro e la Presidenza del Consiglio Regionale realizzarono un’opera postuma dal titolo “Le Cattedrali” edito da Progetto Sardegna.
Dal quel momento in poi e fino alla sua scomparsa, che avverrà a Villacidro l’11 dicembre del 1994, la produzione artistica si fa più intensa e variegata. Le mostre personali si alternano più frequentemente; da citare sono quelle allestite ad Oristano, Villacidro, Cagliari, Macomer. Numerose sono anche le partecipazioni ad esposizioni nazionali ed internazionali: Cannes, Montecarlo, Milano, Fano e Gorizia. Le sue opere si trovano sia in collezioni private che pubbliche: Ufficio del Sindaco di Villacidro, Pinacoteca Comunale di Oristano, Palazzo della Regione Sarda.