Una opportunità da 1,1 miliardi di euro grazie ai fondi del Pnrr per la nuova frontiera di produzione di energia.
Può arrivare dall’agricoltura un contributo significativo alla produzione di energia rinnovabile e al risparmio, in tempi di sconvolgimenti nel mercato mondiale dell’approvvigionamento energetico e con la crisi climatica che obbliga a velocizzare il cambio di passo sui combustibili fossili. Una strada, quella che coniuga coltivazione agricola e produzione energetica, già intrapresa da molti Paesi europei (in particolare Germania e Francia) e ora anche dall’Italia, che punta ad accelerare il percorso di crescita sostenibile per raggiungere gli obiettivi europei al 2030 e al 2050. Si tratta in particolare dell’agrivoltaico e dell’agrisolare.
“L’Italia è tra i Paesi con il più alto consumo diretto di energia nella produzione alimentare dell’Unione Europea (terza dopo Francia e Germania). I costi energetici totali rappresentano oltre il 20% dei costi variabili per le aziende agricole, con percentuali più elevate per alcuni sottosettori produttivi. Sviluppare e incentivare questo tipo di strumenti innescherebbe un circolo virtuoso efficace nella riduzione delle emissioni inquinanti e nel risparmio dei costi energetici per le aziende”, spiegano Franco Asuni e Domenico Burrai, Chief business development e Responsabile iniziative Green di White Energy Group, società di servizi energetici specializzata nell’attività di consulenza, realizzazione e supporto alle aziende.
Una opportunità da 1,1 miliardi di euro grazie ai fondi del Pnrr per installare sul suolo agricolo in maniera sostenibile oltre 1,04 GW e produrre circa 1.300 GWh annui di energia.
“I pannelli fotovoltaici proteggono le colture dagli eventi atmosferici estremi permettendo all’azienda agricola di ridurre i costi assicurativi sui raccolti e diminuire il fabbisogno idrico in agricoltura – spiegano Asuni e Burrai -, non solo, l’agrivoltaico stimola investimenti che accrescono la competitività delle aziende agricole tramite la digitalizzazione e anche per questo crea nelle comunità rurali nuove opportunità di lavoro”.