Agricoltura, tutte le opportunità e gli incentivi dell’agrivoltaico e dell’agrisolare.
Può arrivare dall’agricoltura un contributo significativo alla produzione di energia rinnovabile e al risparmio in tempi di sconvolgimenti nel mercato mondiale dell’approvvigionamento energetico e con la crisi climatica che obbliga a velocizzare il cambio di passo sui combustibili fossili. Una strada, quella che coniuga coltivazione agricola e produzione energetica, già intrapresa da molti Paesi europei (in particolare Germania e Francia). Ora anche dall’Italia, che punta ad accelerare il percorso di crescita sostenibile per raggiungere gli obiettivi europei al 2030 e al 2050. Si tratta in particolare dell’agrivoltaico e dell’agrisolare.
“L’Italia è tra i Paesi con il più alto consumo diretto di energia nella produzione alimentare dell’Unione Europea (terza dopo Francia e Germania). I costi energetici totali rappresentano oltre il 20% dei costi variabili per le aziende agricole, con percentuali più elevate per alcuni sottosettori produttivi. Sviluppare e incentivare questo tipo di strumenti innescherebbe un circolo virtuoso efficace nella riduzione delle emissioni inquinanti e nel risparmio dei costi energetici per le aziende”, spiegano Franco Asuni e Domenico Burrai, Chief business development e Responsabile iniziative Green di White Energy Group. White Energy Group, società di servizi energetici specializzata nell’attività di consulenza, realizzazione e supporto alle aziende che vogliono intraprendere il cammino verso l’efficienza energetica e la sostenibilità.
Decreto Agrivoltaico
Il Ministero della Transizione ecologica ha diffuso in questi giorni le linee guida sugli impianti agrivoltaici. Uno degli strumenti innovativi che consentono di incrementare la capacità delle imprese agricole di produrre l’energia consentendo comunque le normali attività per la produzione agricola. Il documento ha lo scopo di chiarire quali sono le caratteristiche minime e i requisiti che un impianto fotovoltaico dovrebbe possedere per essere definito agrivoltaico. Questo sia per ciò che riguarda gli impianti più avanzati, sia per ciò che concerne le altre tipologie di impianti agrivoltaici, che possono comunque garantire un’interazione più sostenibile fra produzione energetica e produzione agricola.
Una piccola rivoluzione, quella del ‘Decreto Agrivoltaico‘ che scaturirà da queste linee guida, che potrebbe permettere al Paese di installare nuova capacità di fotovoltaico..
Secondo un ‘position paper’ pubblicato a fine dello scorso anno dal coordinamento Free, Elettricità Futura è dedicato proprio alle potenzialità del fotovoltaico in agricoltura. Questo sistema consente l’utilizzo simultaneo del terreno per le coltivazioni e per la produzione di energia elettrica da fotovoltaico. Una soluzione che rispetta l’utilizzo dei terreni agricoli aumentandone la resilienza, che supporta l’agricoltura grazie alla diversificazione delle fonti di reddito e crea valore addizionale nelle aree rurali.
“I pannelli fotovoltaici proteggono le colture dagli eventi atmosferici estremi permettendo all’azienda agricola di ridurre i costi assicurativi sui raccolti e diminuire il fabbisogno idrico in agricoltura – spiegano Asuni e Burrai -. Non solo, l’agrivoltaico stimola investimenti che accrescono la competitività delle aziende agricole tramite la digitalizzazione e anche per questo crea nelle comunità rurali nuove opportunità di lavoro”.
Parco Agrisolare
L’agrivoltaico è una soluzione intelligente per promuovere un certo tipo di produzione agricola affiancata alla generazione di elettricità. L’agrisolare, invece, è un’opportunità concreta per le aziende agricole. Lo scorso giugno è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto “Parco agrisolare” che porterà all’installazione di oltre 430 MWp di impianti fotovoltaici sulle coperture degli edifici agricoli e zootecnici, senza consumo di suolo. Contestualmente provvederà a riqualificare dal punto di vista energetico le strutture agricole e zootecniche. E, contrariamente a quanto in origine previsto, estende il limite di potenza installabile. Non più destinata, quindi, alla sola auto produzione, ma anche alla vendita in rete.
“La dotazione finanziaria per gli anni dal 2022 al 2026 è di 1,5 miliardi di euro dei fondi PNRR.
Per le Per le aziende del settore o per quelle che trasformano i prodotti agricoli di sette Regioni meno sviluppate, tra cui la Sardegna (insieme a Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia) i finanziamenti in conto capitale sono previsti pari al 50% delle spese ammissibili effettivamente sostenute”, sottolineano i due esperti di White Energy Group, che con le proprie offerte dedicate di consulenza o di finanziamento in modalità Energy performance contract, assiste e supporta le aziende interessate ad accedere agli incentivi.
Per tutte le altre Regioni sono del 40%. La spesa massima ammissibile per ogni beneficiario degli aiuti è di un milione di euro con una spesa massima ammissibile per singolo progetto di 750mila euro. Tra gli interventi ammessi ad incentivo c’è la realizzazione di impianti fotovoltaici sui tetti di fabbricati strumentali all’attività agricola, zootecnica e agroindustriale (inclusi agriturismi). Inoltre riguarda l’installazione di sistemi di accumulo e di colonnine di ricarica elettrica per la mobilità sostenibile e per le macchine agricole. Sono ammessi anche gli interventi di rimozione e smaltimento dell’amianto dalle coperture, l’isolamento termico dei tetti e la realizzazione di sistemi di aerazione.