Anche quest’anno un componente del razzo cinese Lunga Marcia è in fase di caduta incontrollata verso la Terra.
L’impatto, previsto il 30 luglio con un’incertezza di più o meno 15 ore, è di un elemento del razzo cinese Lunga Marcia 5B. Il 24 luglio scorso ha portato in orbita il secondo modulo della stazione spaziale cinese Tiangong. Secondo il Centro statunitense per gli studi sulle orbite e il rientro dei detriti spaziali (Cords), il componente del razzo rimarrà probabilmente in volo per circa una settimana
E’ però ancora presto per capire dove cadrà. L’area interessata dalla caduta dei detriti spaziali è per ora circoscritta all’Oceano Pacifico settentrionale, ma è impossibile avere dati certi fino a poche ore prima del rientro. Si prevede inoltre che il componente del razzo non brucerà completamente nell’atmosfera. “Ci aspettiamo che un frammento dalla massa compresa fra 5 e 9 tonnellate raggiunga il suolo”, rilevano gli esperti del Cords.
Gli stadi principali della maggior parte dei razzi di classe orbitale sono progettati per scendere nell’atmosfera poco dopo il decollo. Questo con una caduta guidata in mare o su sezioni di terraferma scarsamente popolate. Oppure per effettuare atterraggi in modo da poter essere riutilizzati, come il Falcon 9 di Space X.
“Il 60-70% degli stadi centrali dei razzi lanciati nello spazio sono soggetti a rientro incontrollato. Ma di solito si tratta di oggetti molto più piccoli”. spiega Luciano Anselmo. “In questo caso invece si parla di circa 25 tonnellate – aggiunge Anselmo – è l’oggetto più massiccio che può rientrare senza controllo”.
La parte del razzo che ricadrà sulla Terra, infatti, è lo stadio principale, cioè il cilindro centrale provvisto di due motori. “Normalmente questo stadio così grande non entra in orbita, ma ricade in mare in modo controllato subito dopo il lancio”, continua Luciano Anselmo. “Questa tipologia di missione, invece, ha richiesto che anche lo stadio principale entrasse in orbita, ponendo quindi il problema di cui si sta discutendo, perché non c’è possibilità di riaccendere i motori per guidare la caduta del razzo. Ed è un problema che si ripresenterà – dice ancora il ricercatore – con il lancio del terzo modulo necessario per la costruzione della stazione spaziale cinese Tiangong”.