“Bentu” di Salvatore Mereu è l’unico film italiano in concorso alla 19esima edizione delle Giornate degli Autori, la sezione indipendente e autonoma della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia che avrà luogo dal 31 agosto al 10 settembre.
In gara dieci titoli internazionali tra i quali spicca “Padre Pio” di Abel Ferrara. La giuria è presieduta da Celine Sciamma.
Salvatore Mereu torna alla Mostra del Cinema per la settima volta con una dolente e allo stesso tempo luminosa storia di grano e vento ambientata nella Sardegna degli anni Cinquanta, una storia che è metafora, quanto mai attuale, della sfida che l’uomo ingaggia con la natura.
IL FILM
Tutta la vita di Raffaele è volta alla raccolta del grano che cura con sapienza antica nel podere di famiglia. All’inizio dell’estate, come ogni anno, dopo che ha finito di mietere a mano le spighe, le raccoglie in mucchio in attesa che arrivi il vento col suo soffio per separare i chicchi dalla paglia.
Per non farsi trovare impreparato, da giorni dorme in campagna, lontano da tutti. Ma su bentu questa volta sembra deciso a non volersi presentare, non ne vuole proprio sapere di farsi vedere. Solo Angelino, suo nipote, viene a trovarlo ogni giorno, per non farlo sentire solo. Un giorno, forse, quando sarà grande, Raffaele potrà prestargli la sua indomita cavalla e lui potrà finalmente cavalcarla. Ma Angelino non vuole aspettare.
Nel ruolo di Raffaele rivediamo Peppeddu Cuccu, l’attore orgolese che da bambino aveva esordito, nel 1960, in “Banditi a Orgosolo” di Vittorio De Seta. Angelino è invece interpretato dal giovanissimo Giovanni Porcu di Ollastra.
Il film è liberamente tratto da “Il vento e altri racconti” di Antonio Cossu (edizioni AEDES, Cagliari).
CAST
“Bentu” (durata 70′), soggetto di Antonio Cossu e Salvatore Mereu, sceneggiatura di Salvatore Mereu, si avvale di Francesco Piras (vincitore con “Mammarranca” dell’ultima edizione di Visioni Sarde) in qualità di direttore della fotografia e di Luca Noce per la scenografia. I costumi sono di Salvatore Aresu e Noemi Tronza. Il suono è curato da Roberto Cois (Presa Diretta), con Beatrice Mele, Francesco Albertelli, Mauro Eusepi e Marco Saitta.
Il montaggio è stato realizzato da Andrea Lotta e Salvatore Mereu con la collaborazione di Claudia Pitzalis. Effetti digitali: Why Worry Production e Emanuele Trullu. Colorist: Red. Direttore di produzione: Laura Biagini. Aiuto regista Eleonora Angiargiu e Stefano Lisci. Prodotto da Elisabetta Soddu e Salvatore Mereu. Una produzione Viacolvento col supporto di Fondazione Sardegna Film Commission.
Produttore associato Antioco Floris per Celcam – Università di Cagliari Corso di Laurea Magistrale in Prod uzione Multimediale. Coproduttore ISRE, Istituto Superiore Regionale Etnografico, con il contributo economico del MIC, Ministero della Cultura, Direzione Generale Cinema e audiovisivo.
“Bentu” è stato sostenuto da: ISRE per la Promozione dell’Antropologia Visuale in Sardegna. Universita’ degli Studi di Cagliari (Corso di Laurea Magistrale in produzione multimediale). Sardegna Film Commission. Regione Autonoma della Sardegna, MIBACT, Regione Lazio, Comune di Guasila, Comune di Sanluri e Comune di Turri.
GENESI
Il film è nato nell’ambito di una sinergia tra il regista dorgalese e il corso di laurea magistrale in Produzione Multimediale dell’Università di Cagliari.
Un gruppo di studenti e studentesse del laboratorio didattico sul cinema coordinato da Antioco Floris ha partecipato attivamente alle varie fasi di realizzazione del film, affiancando i professionisti del settore. Dalla didattica si è passati così alla voglia di fare un film vero e proprio, con la soddisfazione di arrivare a Venezia. Un piccolo miracolo di bravura, impegno e tenacia.
NOTE DI REGIA
Dietro a “Bentu” – spiega Mereu – c’ è un’esperienza di didattica del cinema che da più di dieci anni porto avanti con un gruppo di studenti del Corso di Laurea Magistrale in Produzione Multimediale dell’Università di Cagliari, insieme alla società Viacolvento, e al supporto decisivo della Sardegna Film Commission. La finalità del corso, e il desiderio di tutti, è quello di misurarsi col cinema.
Poi, come sempre accade, la didattica scema e il cinema prende il sopravvento. E ci si ritrova, tutti insieme, a fare un film nonostante i mezzi a disposizione siano più adatti a stare dentro le mura della nostra università. Il nostro tentativo di avvicinare il mezzo, di provare a governarlo, assomiglia molto alla sfida che il protagonista del nostro racconto, un vecchio contadino, ingaggia con la natura, col vento, nel tentativo di assicurarsi il raccolto.
Anche noi, come lui, abbiamo combattuto, a dispetto di tutto,con grande pervicacia per portare a casa il nostro film. Ecco, se dovessimo, trovare una formula che racchiuda il senso della nostra esperienza credo che “Bentu” sia la storia di un ossessione come per il vecchio Raffaele lo è tirare fuori il grano dalla paglia in un tempo in cui le macchine sono poco più di un miraggio e l’arrivo di una trebbia poteva essere salutato come il passaggio del Rex.
IL REGISTA
Salvatore Mereu nasce a Dorgali nel 1965. Dopo il diploma in regia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, gira diversi cortometraggi come “Notte rumena” (1996), “Miguel” (1999), “Il mare” (2004).
Fin dal suo primo lungometraggio “Ballo a tre passi” (2003), caratterizzato da una particolare struttura in quattro parti, ognuna corrispondente a una stagione dell’anno, esplora il rapporto fra tradizione e modernità nella sua terra, la Sardegna. Con “Ballo a tre passi” Mereu vince la Settimana della Critica a Venezia nel 2003 e si aggiudica anche il David di Donatello e il Ciak d’Oro come miglior regista emergente e viene candidato a tre Nastri d’Argento tra cui quello come Migliore Sceneggiatura.
Il secondo film, “Sonetàula” (2008), viene presentato alla Berlinale nella sezione Panorama e si aggiudica il Globo d’Oro della stampa estera e la FIPA d’Or al Festival di Biarritz come miglior sceneggiatura. È di nuovo alla Mostra di Venezia nel 2010 con “Tajabone”, ambientato fra i giovani studenti delle scuole medie alla periferia di Cagliari, e nel 2012 in Orizzonti con “Bellas mariposas”, tratto dal libro omonimo di Sergio Atzeni, la storia di due ragazzine adolescenti che vivono in un quartiere popolare di Cagliari. Il film gli vale alla Mostra il premio Schermi di Qualità e il Big Screen Award al Festival di Rotterdam. Per lo stesso film ha ottenuto il Premio Suso Cecchi D’Amico per la miglior sceneggiatura e il Premio Tonino Guerra per la miglior sceneggiatura al Bif&st di Bari.
Nel 2013 sempre per conto della Mostra partecipa al film collettivo Venezia 70 – Future Reloaded insieme a 70 registi provenienti da tutto il mondo per celebrare la 70^ edizione del Festival. Nel 2020 presenta alla Mostra, fuori concorso, “Assandira”. Questo è successivamente candidato ai Nastri d’ Argento come miglior film e ai David di Donatello come miglior sceneggiatura non originale.
L’INSEGNAMENTO
Da anni alterna la sua attività di regista a quella di insegnante di educazione all’immagine. Come docente ha tenuto corsi di cinema presso diversi istituti dell’isola. Ha realizzato con gli studenti i cortometraggi “Il mare”, “La vita adesso”, “Scegliere per crescere”, “Futuro prossimo” selezionati nei più importanti festival nazionali e internazionali.
Da alcuni anni, in collaborazione col CELCAM, tiene un corso di regia e sceneggiatura presso il Corso di Laurea Magistrale in Produzione Multimediale dell’Università di Cagliari.