Solo lo 0,5% di iscritte ai corsi di Tecnologie dell’informazione e della comunicazione
3 agosto 2022 – L’Osservatorio Talents Venture scandaglia i bilanci di genere degli atenei, dando vita a un indice della parità di genere e si sofferma sulla bassissima presenza di iscritte nei corsi: solo lo 0,5% delle ragazze iscritte all’Università decide di iscriversi a Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT), un gender gap enorme. I dati, tuttavia, rilevano che più donne che mai si stanno qualificando, riqualificando e migliorando le competenze online. Inoltre, i divari di genere sono sostanzialmente inferiori nelle iscrizioni online, rispetto all’istruzione tradizionale.
Il gender gap nella formazione online
Sempre nell’ICT, la parità di genere nella formazione online è aumentata tra il 2019 e il 2021. Tuttavia, il comportamento di iscrizione mostra che le preferenze di abilità di uomini e donne continuano a rispondere ai modelli tradizionali, creando divari di genere in termini di competenze.
Anche se le donne in molti Paesi hanno iniziato a eguagliare la partecipazione degli uomini all’apprendimento online dalla pandemia, permane infatti un significativo divario di genere nella distribuzione delle preferenze di iscrizione tra le competenze. Mentre sia gli uomini sia le donne migliorano le competenze in preziose aree come la risoluzione dei problemi, la gestione delle risorse e il marketing, in generale gli uomini sono più propensi a investire in competenze digitali e di innovazione e le donne hanno maggiori probabilità di scegliere di migliorare le competenze nel lavoro con le persone e nelle competenze di autogestione. Inoltre le donne hanno sostanzialmente maggiori probabilità di migliorare le competenze in resilienza, tolleranza allo stress e flessibilità e gli uomini hanno il doppio delle probabilità di scegliere di migliorare le competenze nell’uso della tecnologia, nella progettazione della tecnologia e del pensiero matematico.
Le parole di Rossana Berardi
Serve un cambio di passo, secondo Rossana Berardi, Presidente di Women for Oncology Italy, che precisa: “Resta fondamentale un cambio culturale, bisogna togliere questi stereotipi di genere che nascono prima di tutto in famiglia. Importante è il contesto in cui crescono i giovani, specie se la famiglia fa differenze tra maschi e femmine. Noi di Women for Oncology Italy, con la nostra Associazione a sostegno delle donne-medico oncologhe italiane, siamo impegnate per cercare di calmierare questo fenomeno”.
Come fare?
Sul come fare, la Professoressa Berardi non ha dubbi: “Servono interventi mirati, come piani formativi e doti educative, per promuovere tra le bambine e le ragazze – a partire da quelle che vivono nei contesti più svantaggiati – l’acquisizione di fiducia nelle proprie capacità in tutti i settori: nella matematica, le scienze, l’ingegneria e le tecnologie digitali. Solo così sarà possibile ribaltare il paradigma che di fatto rappresenta il mondo scientifico come appannaggio solo degli uomini. Ma non solo nell’ambito delle STEM dobbiamo impegnarci: anche nei settori, come quello sanitario, in cui la maggior parte delle studentesse e professioniste sono donne, infatti, c’è molto da fare, forse anche di più. In questi ambiti tante sono le donne ma poche sono quelle che hanno l’opportunità di raggiungere i vertici nelle loro professioni”.