Viaggio nel Sud Italia con “Briganti” di e con Gianfranco Berardi (Premio Ubu 2019). Uno straordinario monologo “a più voci” in cui l’attore e regista pugliese racconta la spedizione dei Mille e l’annessione del Regno delle Due Sicilie dal punto di vista delle genti del Meridione. Domenica 7 agosto alle 22 in piazza Santo Isidoro ad Allai (OR). Un nuovo appuntamento con il IV Festival “Palcoscenici d’Estate” organizzato dal Teatro del Segno.
La pièce liberamente ispirata alla figura del bandito Carmine Crocco – « testimone di ribellione come reazione e non rivoluzione» – intreccia documenti e tradizione orale per raccontare in chiave onirica e poetica, attraverso una potente affabulazione l’altra storia dell’Unità d’Italia.
Voci e suoni del Mediterraneo – come a disegnare un ideale ponte di note tra la Sicilia e la Sardegna, senza dimenticare la grande tradizione della canzone partenopea – con “Cantico dal Mare” di e con Manuela Ragusa (voce) e Mario Pierno (corde e Loopstation, Harmonium, Chimes) STASERA (sabato 6 agosto) alle 22 in piazza dei Balli a Allai per il IV Festival “Palcoscenici d’Estate”.
Il IV Festival “Palcoscenici d’Estate continua ad Allai con un ricco carnet di appuntamenti fra teatro, musica, cinema, letteratura fino al 20 agosto.
Focus sull’epopea dei “Briganti” nel Meridione dopo l’Unità d’Italia con l’originale e coinvolgente spettacolo ideato, scritto e interpretato da Gianfranco Berardi (vincitore del Premio Ubu 2019 come miglior attore) con regia e disegno luci di Gabriella Casolari e la supervisione di Marco Manchisi (produzione Compagnia Berardi Casolari – Teatro della Tosse) in cartellone DOMANI (domenica 7 agosto) alle 22 in piazza Santo Isidoro ad Allai (OR) sotto le insegne della IV edizione del Festival “Palcoscenici d’Estate” organizzato dal Teatro del Segno con la direzione artistica di Stefano Ledda e con il patrocinio e il sostegno del Comune di Allai e della Regione Sardegna – con un ricco cartellone fra prosa, musica, danza, cinema, gastronomia e letteratura dal 16 luglio al 20 agosto nel paese del Barigadu.
Carmine Crocco come ispirazione
La pièce è liberamente ispirata alla figura di Carmine Crocco, capo indiscusso delle bande del Vulture, che estendeva la sua influenza fino all’Irpinia e alla Capitanata, uno dei più conosciuti e temuti esponenti del brigantaggio nell’epoca risorgimentale, trasformatosi da umile bracciante al comandante di un’armata di duemila uomini: arruolato nell’esercito di Ferdinando II, nel primo reggimento d’artiglieria, nella guarnigione di Palermo e poi in quella di Gaeta con il grado di caporale, disertò dopo l’uccisione di un commilitone in un duello, poi arrestato per un “delitto d’onore”, riuscì a evadere e si unì alla spedizione garibaldina, ma venuta meno la promessa di un’amnistia fu di nuovo imprigionato e dopo la fuga dal carcere di Cerignola si schierò dalla parte di Francesco II, ultimo re delle Due Sicilie, erede di Ferdinando II, «sicuro di ricavarne guadagno e gloria».
Il “Napoleone dei Briganti”, così definito in virtù delle sue doti di stratega, scrisse le sue memorie durante la detenzione. Fornendo materiali utili, anche se considerati solo parzialmente attendibili e in qualche modo romanzati, per la ricostruzione della storia del brigantaggio, oltre che della sua biografia. Rappresenta un «testimone di ribellione come reazione e non rivoluzione», come sottolinea nella presentazione Gianfranco Berardi, che cita una dichiarazione di Crocco, resa durante un interrogatorio: «Noi siamo come la serpe, se non la stuzzichi non ti morde».
Briganti
“Briganti” rappresenta quindi un ideale viaggio nel Regno delle Due Sicilie tra aneliti rivoluzionari e ideali risorgimentali, attraverso lo sguardo di uno dei protagonisti. Una storia di prepotenze e di riscatto, in cui il figlio di un pastore, vittima di un’ingiustizia, si ritrova come orfano, con il padre in prigione e la madre rinchiusa in manicomio. Ma riesce in qualche modo a mantenere la sua famiglia lavorando come contadino. Finché non viene arruolato nell’esercito borbonico, e da lì inizia la sua epopea di soldato, anzi sottufficiale. “Generale dei Briganti” tra la parentesi garibaldina e le imprese belliche per la restaurazione del Regno delle Due Sicilie, e infine il tradimento, la condanna e il carcere a vita (con la concessione della grazia, di cui non fece in tempo a godere il beneficio perché morì in prigione).
Un eroe in negativo, a causa delle molte efferatezze compiute dalle armate sotto il suo comando, che misero a ferro e fuoco interi villaggi e perpetrarono orribili violenze, con episodi divenuti ormai leggendari e impressi nell’immaginario popolare, per narrare l’“altra storia”, troppo spesso negata, almeno in parte, dell’Unità d’Italia, che tolse al Meridione la sua autonomia e ne offuscò le eccellenze e i primati tecnologici e scientifici, se non lo splendore nella filosofia e nelle arti, privando le storiche capitali della loro centralità e depauperando il territorio delle sue ricchezze.
Il Risorgimento come prima ancora le fascinazioni rivoluzionarie non sortirono gli effetti sperati, a causa di troppe promesse non mantenute e ideali traditi, e seppure non nelle intenzioni l’annessione del Regno delle Due Sicilie rappresentò nei fatti quasi più una “conquista” che una liberazione dal dominio straniero, senza che le popolazioni e in particolare le masse dei poveri e dei diseredati ne ricevessero un reale beneficio.
Gianfranco Berardi
“Briganti” è lo spettacolo vincitore del concorso internazionale “L’altro Festival” di Lugano 2005. Nasce – racconta Gianfranco Berardi – «attraverso un primo lavoro di ricerca prettamente storico – sociale. Studiando, leggendo e ricercando su libri di storia, su testi di autori contemporanei (uno fra tanti Tommaso Pedio), e documenti rinvenuti in biblioteche, è nata la volontà di rendere sotto forma teatrale, di descrivere attraverso la messinscena, quelle emozioni e quelle atmosfere vissute in questa prima fase del lavoro». Una scenografia essenziale, in cui un unico oggetto, una sedia, muta di volta in volta di valore e significato. Una narrazione suggestiva sottolineata dall’accurata drammaturgia delle luci e ambientata «in una cella delle carceri del ex- Regno delle Due Sicilie, dove, attraverso le memorie di un giovane ventiseienne caduto prigioniero in battaglia, si rivivono avvenimenti ed episodi che hanno segnato la vita delle popolazioni del Mezzogiorno d’Italia prodotti dallo scontro fra il nuovo ordine costituito e reazionari. L’intero universo dei fatti narrati trae spunto da documenti storici di vicende realmente accadute e spesso tralasciate dalla storiografia ufficiale.
Ad essi, però, si miscela il mondo della tradizione orale popolare non privo di spunti fantastici. Il testo trasforma in sogno realtà crudeli. Ironizza su temi, nostro malgrado, ancora vivi, ponendo attenzione sulle radici “culturali” del problema, cercando di non cadere in una retorica politica». Uno dei principi fondamentali messo in risalto è proprio che «L’ignoranza genera violenza, violenza genera violenza» innescando così una spirale sanguinosa e fatale.
“Confidenze dell’autore”
Una chiave preziosa per comprendere l’ispirazione e la poetica dell’opera è nelle “Confidenze dell’autore”; scrive Gianfranco Berardi: «Immagina di vivere in un Paese che un bel giorno viene invaso, a tua insaputa ma per il tuo bene, da uno stato straniero. Immagina di combattere a favore dell’invasore per liberarti del tuo governo di cui ti senti schiavo e di lottare per il possesso, promesso, di un lembo di terra, la tua, non appena il vecchio sovrano sarà sconfitto.
Di vincere la guerra ma di ritrovarti senza terra né difese. In uno stato governato da facce diverse ma gestito nella solita maniera dai soliti funzionari contro cui hai protestato, e di essere preteso dall’esercito del nuovo regno a fare il soldato, abbandonando la terra che ancora una volta lavorerai come schiavo, la casa , gli affetti e l’idea di giustizia. Immagina che questa sia la storia del tuo paese e di ogni altro paese la cui unificazione abbia prodotto guerre civili, riportate dalla storiografia ufficiale come assestamenti geo-politici.
Cos’altro se non la rivolta, sfogo naturale della rabbia crescente, derisa ed ignorata, che nei poveri contadini accadeva a proposito dell’unità d’Italia.
Questi siamo noi, questo è il nostro giovane paese, questa è la nostra storia. O almeno la parte da noi indagata del brigantaggio meridionale all’epoca dell’annessione (o conquista) del sud Italia. Ad opera del governo piemontese, produsse 1 milione di caduti sul campo quando la nazione da costituire contava 27 milioni di abitanti.
I Briganti bande armate
Passati il più delle volte alla storia come masnadieri o banditi mossi da puro spirito delinquenziale. Sono da noi rivissuti e messi in scena come metafora di ribellione al potere costituito ed al contropotere opportunista. Come rappresentanti di una classe disperata e disonorata senza più prospettive che non ha altre vie di fuga se non la macchia, il cui motto diviene necessariamente: «meglio morire in piedi che continuare a vivere così in ginocchio… in un paese come questo dove il bene già è poco e quel poco che c’è, chi ce l’ha , preferisce tenerlo stretto a sé anche a scapito di suo fratello…..io, in un paese così, non voglio più fare finta di niente».
In scena stasera, sabato 6 Agosto alle 22 ad Allai il “Cantico dal mare”
Notte di note nel Barigadu con il “Cantico dal Mare” di e con Manuela Ragusa (voce) e Mario Pierno (corde e Loopstation, Harmonium, Chimes). Protagonisti STASERA (sabato 6 agosto) alle 22 in piazza dei Balli a Allai (OR) sotto le insegne della IV edizione del Festival “Palcoscenici d’Estate”. Organizzato dal Teatro del Segno con la direzione artistica di Stefano Ledda. Con il patrocinio e il sostegno del Comune di Allai e della Regione Sardegna. Un ricco cartellone fra prosa, musica, danza, cinema, gastronomia e letteratura dal 16 luglio al 20 agosto nel cuore del suggestivo paese della “casa sull’albero” e delle statue menhir.
Il fascino della tradizione musicale sarda si sposa alla tradizione siciliana e napoletana, reinterpretate in chiave contemporanea per un ideale dialogo tra popoli e culture del Mediterraneo. Nell’intreccio tra sonorità antiche e moderne, i due artisti riscoprono la cultura. Si confrontano con le proprie origini e identità, «viaggiando tra la duttilità della voce umana e le “voci” della Chitarra, del Mandolino-Banjo, Pedaliera e Loopstation, Harmonium, Chimes».
I prossimi appuntamenti ad Allai
Saperi e sapori dell’Isola mercoledì 10 agosto alle 22 in piazza dei Balli con il “Concorso Gastronomico”. Condito dalla Musica Folk per una serata divertente e coinvolgente all’insegna della fantasia e della tradizione. Sarà possibile dar prova della propria abilità nelle arti culinarie, come in una gara da chef, in cui non mancheranno le degustazioni, con l’accompagnamento dell’organetto, in una festa del gusto.
Un affresco dell’Isola tra storia e leggenda giovedì 11 agosto alle 22 in piazza dei Balli con “Il Muto di Gallura” di Matteo Fresi. (Produzione Fandango e Rai Cinema). Il film è liberamente ispirato al celebre romanzo di Enrico Costa. Con Andrea Arcangeli, Marco Bullitta, Giovanni Carroni, Syama Rayner, Aldo Ottobrino, Fulvio Accogli, Fiorenzo Mattu, Noemi Medas e Felice Montevino.
Rievoca la sanguinosa faida tra i Vasa e i Mamia verso la metà dell’Ottocento ad Aggius e la figura di Bastiano Tansu, il sordomuto, deriso e emarginato, diventato uno spietato assassino, e la sua enigmatica fine.
13 – 14 Agosto
Fantasia in scena sabato 13 agosto alle 22 in piazza Santo Isidoro con “Uffa!” de L’Effimero Meraviglioso e Teatrop. Un originale spettacolo di teatro ragazzi scritto da Francesco Cappai e Leonardo Tomasi, che firmano anche la regia insieme con Pierpaolo Bonaccurso e interpretato da Giulia Giglio, Noemi Medas e Federico Giaime Nonnis per un ideale itinerario “dietro le quinte” alla scoperta della magia del teatro.
« Un viaggio a partire dalla noia per scoprire cosa si nasconde oltre, un tributo alla capacità di notare l’incredibile nelle cose fugaci».
Tra parole e note per un omaggio a Gabriella Ferri domenica 14 agosto alle 22 in piazza Santo Isidoro con “Gabriella… Sempre!” di OfficinAcustica. Con l’attrice e cantante Anna Lisa Mameli (voce) accompagnata da Corrado Aragoni al pianoforte e Remigio Pili alla fisarmonica, per un personalissimo ritratto d’artista. Focus sull’indimenticabile cantante, autrice, conduttrice televisiva, dalla personalità dirompente, regina indiscussa della canzone popolare romanesca, «sempre in bilico tra amore e odio verso il mondo dello spettacolo» colpevole di svendere e tradire l’arte.
18 – 19 Agosto
Una riflessione sul presente e sul futuro giovedì 18 agosto alle 21 in piazza Santo Isidoro con la presentazione di “Parlamento Mondiale. Perché l’umanità sopravviva”. Intervengono insieme all’autore, l’ex politico, attivista e scrittore Mario Capanna, il giornalista Mauro Pili (caporedattore de L’Unione Sarda) e l’editore Giuseppe Barile – coordina l’incontro Mario Sechi. «Il mondo sta bruciando: va in rovina e le cause sono molteplici (mutamenti climatici, guerre, migrazioni, epidemie…)» e il compito di evitare il disastro e ristabilire i confini etici spetta (o spetterebbe) alla politica…
Si ispira a “Delirious New York” dell’architetto danese Rem Koolhaas la “Manhattan Suite” del pianista e compositore Carlo Maria Barile. In programma giovedì 18 agosto alle 22.30 in piazza Santo Isidoro. Un racconto in musica in chiave jazzistica che evoca le atmosfere e i paesaggi urbani della grande metropoli sul fiume Hudson. Sui tasti bianchi e neri, in un emozionante e brillante assolo, si sprigiona tutto il fascino di New York. A partire dalle origini di Manhattan, proseguendo con Rockefeller Center, Ground Zero, fino ai grattacieli del centro della città.
Magie d’opera nel Barigadu con “L’Orfeo – Favola in Musica” venerdì 19 agosto alle 22 presso il Ponte Romano. Con il soprano Federica Cubeddu e l’Orchestra da Camera “Johann Nepomuk Wendt” diretta da don Raimondo Mameli. Tra la fine del Rinascimento e l’inizio del Barocco, il capolavoro di Claudio Monteverdi su libretto di Alessandro Striggio. Ripropone il mito dell’antico aedo e della sua discesa all’Ade per riportare in vita la sua sposa, la bella ninfa Euridice. Un’antologia dei brani più significativi per una esecuzione in forma di concerto, un’occasione per riscoprire il celebre dramma in musica, tra virtuosismo e poesia.
20 Agosto
Finale in musica sabato 20 agosto alle 22 in piazza dei Balli con “FantaFolk”. Il concerto del duo formato da Vanni Masala all’organetto e Andrea Pisu alle launeddas. Tra tradizione e sperimentazione, è incentrato sulla rivisitazione del repertorio musicale contemporaneo internazionale. Una interpretazione inedita e originale attraverso le sonorità, i colori, i timbri e le dinamiche degli antichi strumenti dell’Isola, riuscendo ad abbracciare tutti gli stili e creando un tessuto melodico davvero unico», sorprendente e seducente, di grande suggestione.
A seguire la Festa Finale con gli artisti e gli spettatori uniti in un unico brindisi, con l’auspicio di ritrovarsi per la prossima edizione di Palcoscenici d’Estate ad Allai.