Il governo dà una nuova spinta agli incentivi per l’acquisto di auto non inquinanti.
Le misure varate dal ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti. Il Dpcm ha avuto il via libera anche del Mef per le auto non inquinanti. Rimodulano i bonus con un extraincentivo del 50% per chi ha un reddito inferiore a 30.000 euro. Lo sconto salirà per le auto elettriche a 4.500 euro senza rottamazione e a 7.500 con la rottamazione. Per le ibride a 3.000 euro senza rottamazione e a 6.000 con la rottamazione. Estesa a società di noleggio e flotte aziendali la platea dei beneficiari dei bonus per le auto elettriche, per ora poco usati.
Le nuove misure accolgono, almeno in parte, le richieste della filiera dell’automotive. Ma gli incentivi da soli – concordano imprese e sindacati – non bastano per sostenere la transizione verso l’elettrico. “I provvedimenti adottati sono opportuni perché correggono alcuni errori di impostazione sugli incentivi previsti dal decreto del 6 aprile. Speriamo che il nuovo esecutivo continui sulla strada del governo Draghi bandendo ogni impostazione ideologica”, commenta Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor. L’Unrae, che ha molto insistito sulla necessità di estendere gli incentivi alle società di noleggio, ringrazia il ministro Giorgetti e il Governo “per un intervento che va nella giusta direzione”.
“Grazie a questa misura – spiega il direttore Andrea Cardinali – si garantirà finalmente il pieno utilizzo dei fondi a disposizione e si scongiurerà un residuo a fine anno di oltre 300 milioni di euro. Visto che è stata scelta la strada del Dpcm ci auguriamo che i tempi tecnici di attuazione del provvedimento siano ridotti al minimo per evitare un rallentamento eccessivo del mercato delle flotte”.
Segnale positivo – osserva Cardinali – anche sul fronte infrastrutture, anche se la strada è ancora molto lunga. “E’ fondamentale che si riprenda la discussione sulle forme di finanziamento necessarie ad accompagnare il sistema industriale verso la transizione sulle motorizzazioni sostenibili”. Afferma Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim Cisl.
Per Gianluca Ficco, coordinatore Auto della Uilm, “sarà determinante la capacità di attrarre investimenti nelle tecnologie innovative e di finanziare le riconversioni in quella parte della filiera produttiva legata al motore endotermico. Chiediamo un’urgente revisione degli ammortizzatori sociali insufficienti a far fronte alla duplice emergenza della transizione e della crisi degli approvvigionamenti”. Anche Simone Marinelli, coordinatore Auto per la Fiom, sostiene che “i soli incentivi non bastano a rilanciare il settore e si continua a erodere il fondo per l’automotive già insufficiente per quantità di risorse e per l’assenza di strumenti utili a guidare la transizione ecologica e tutelare l’occupazione”.
L’Anfia apprezza il fatto che “finalmente si sia data attuazione anche alle risorse destinate alle misure di politica industriale previste dal fondo automotive”. Auspica che “le risorse destinate al settore per la transizione non siano ‘cannibalizzate’ nei prossimi mesi per ‘paura’ di un residuo a fine anno”.