Dal 19 Agosto approda la mostra diffusa Gente di Suni di Gigi Murru, tra spazi pubblici all’aperto e la permanente alla ludoteca comunale.
Dieci stampe in pvc di grande formato (70 per 100 cm) in tre distinti spazi pubblici. Ovvero, piazza del Mercato, Centro sociale e biblioteca – ludoteca comunale). E altre ventitré di dimensioni normali allestite al primo piano della ludoteca di via Sindia. Dopo un attento lavoro preparatorio iniziato nei mesi scorsi è tutto pronto per l’inaugurazione della mostra fotografica di Gigi Murru “Gente di Suni”.
L’appuntamento è per venerdì 19 agosto alle 19 nello stabile dell’ex municipio di via Sindia. Dove trovano spazio sulla facciata tre delle 10 grandi stampe oltre che all’interno le 23 complessive che completano l’esposizione. La serata sarà impreziosita dall’accompagnamento canoro del Coro di Suni. Realtà tra le più longeve e attive del paese.
Ecco gli interventi dell’autore del progetto Gigi Murru, del sindaco Massimo Falchi e
di Luca Urgu. Ovvero, il consigliere comunale con delega alla Cultura che ha pensato e proposto l’intervento.
“Secondo una scuola di pensiero, l’identità altro non è che la concezione che noi abbiamo di noi stessi sia a livello individuale che collettivo. Come noi ci vediamo all’interno della nostra comunità? E come la nostra comunità viene percepita dall’esterno? Quali sono i tratti caratteristici che, secondo noi, ci rendono unici tra gli altri, ma allo stesso tempo ci forniscono quei termini di paragone che sono alla base del confronto con l’altro?
Fotografare una comunità è sempre un processo che mira a semplificarne la complessità attraverso i ritratti di alcuni dei propri componenti. Persone che si rendono disponibili a essere rappresentanti visivi dei propri compaesani. Prestando la propria figura, aprendo le porte delle proprie botteghe e dei propri laboratori. Mostrandoci le bellezze e le ricchezze del territorio sunese, dall’archeologia ai murales, dall’architettura alle campagne.
Il lavoro “Gente di Suni” è un progetto partecipato in cui il ritratto fotografico è stato solo il traguardo di un percorso in cui fotografo. E soggetti hanno discusso di sé stessi e del territorio che abitano, delle proprie peculiarità e caratteristiche, ponendo al centro della relazione instaurata il paese stesso. Iil medico e l’edicolante, il pastore e l’artista, il meccanico e il barista, insieme a tutti gli altri trascendono la propria esperienza di vita. Per diventare emblemi, rappresentazioni viventi non folcloristiche, icone di un tempo e di un luogo ben precisi e determinati.
Tutte le fotografie realizzate raccontano perciò il momento storico che stiamo vivendo. Congelano un attimo dell’esistenza di tutta la comunità sunese, si prestano ad essere osservate come simulacro del presente. Conservando allo stesso tempo il germoglio della memoria per chi le osserverà nel futuro.
È doveroso da parte mia ringraziare tutte le persone che hanno posato davanti all’obiettivo, prestandosi a questo gioco chiamato “ritratto fotografico”. Tutte le persone che mi hanno permesso di stringere relazioni e conoscere meglio il paese, l’amministrazione che ha accettato con entusiasmo il progetto e si è spesa in prima persona con suggerimenti e idee”. Conclude Gigi Murru.
“Gli scatti fotografici di Gente di Suni sono spaccati di quotidianità, che vengono allestiti dove la stessa quotidianità è vissuta”. Dice Massimo Falchi, sindaco di Suni.
“Ogni immagine è un intreccio armonico nel quale azione, gestualità, luoghi e cose interagiscono in un cromatismo in cui ciascuno si riflette e da cui trae spunto per una riflessione. I pannelli fotografici figurano momenti di vita associativa, di servizio e di collaborazione. Una declinazione di dedizione, passione, creatività, tradizione ed ingegno, che il fotografo nuorese Gigi Murru ha sapientemente captato nella posa naturale e composta dei nostri paesani, della gente di Suni, ovvero di tutti noi.
Realtà dinamiche dell’attualità, del vivere consociato che, con senso e vitalità, si donano al futuro.
L’allestimento fotografico Gente di Suni esprime pienamente un atto di vera coesione sociale.
Anche la scelta degli spazi in cui gli scatti trovano permanente dimora non sono casuali ma luoghi propri dell’aggregazione, dell’interazione e della relazione”. Prosegue il sindaco.
“Quel che fa un posto accogliente, identitario, da un certo punto di vista anche unico è sicuramente l’ambiente, lo spazio fisico, l’architettura. Le campagne con i suoi arcani toponimi ne marcano i confini con i borghi vicini. Ma il vero carattere distintivo è legato è insito alle persone che un paese lo vivono e lo abitano.
Per questo la mostra Gente di Suni, realizzata dal fotografo Gigi Murru, e voluta dall’amministrazione comunale, nasce con il chiaro intento di fermare su stampa – dieci in grande formato – altre ventitré di dimensioni più piccole – le immagini, i ritratti di nostri compaesani.
Istantanee colte durante la quotidianità, legate alle professioni, alle passioni e all’associazionismo.
Un lavoro di sintesi, che non vuole essere esaustivo dell’intera complessità esistente, ma che rappresenta comunque la comunità e la sua gente. Il risultato di questo percorso per il sottoscritto che ne ha seguito la genesi e l’evoluzione da vicino si è rivelato per tanti aspetti sorprendente e piacevole.
Dietro lo scatto del nostro bravo fotografo non c’è solo una fotografia, ma un momento di dialogo, di confronto, un donarsi reciproco, una fiducia condivisa. Solo così ci può essere una cifra complessiva che approda ora in una mostra diffusa, in parte all’aperto e altre invece da ammirare in uno spazio pubblico.
Istantanee che dicono in parte chi siamo e anche qual è il nostro ruolo in un paese che come tanti, e tra mille difficoltà, si muove tra passato e modernità cercando di mantenere una sua anima. Di procedere malgrado lo spopolamento e di fare comunità.
La speranza è poi che Gente di Suni, sia solo il primo tassello di una più ampia riflessione che fa leva su quello straordinario strumento che è la fotografia per raccontare la realtà di questo territorio e su altri mondi solo apparentemente distanti”. Aggiunge Luca Urgu, consigliere comunale delega alla Cultura.