In Sardegna da una condizione di crisi possono nascere esperienze virtuose nella coltivazione di angurie, meloni e pomodori
Cagliari, 18 agosto 2022 – Anche dalle situazioni di crisi e di difficoltà, se alcune variabili produttive e climatico-ambientali trovano l’incastro giusto, possono nascere a volte esperienze virtuose nella coltivazione di angurie, meloni e pomodori da industria per le conserve. È quanto accaduto in questi mesi in Sardegna, soprattutto in quelle aree dell’Isola con maggiore vocazione verso le colture ortofrutticole.
Il presidente. “L’enorme aumento dei costi di produzione, tra carburante agricolo, energia, concimi, piantine da vivaio, mancanza di manodopera, e i timori che la pandemia potesse condizionare, con nuove restrizioni, il comparto turistico e della ristorazione durante l’estate ha portato molti agricoltori a ridurre la semina di alcuni prodotti. Su meloni e angurie abbiamo avuto una contrazione tra il 20 e il 25 per cento delle superfici, mentre sui pomodori da industria si supera il 35 per cento. La diminuzione dei raccolti ha permesso quest’anno di governare il mercato con prezzi dignitosi riconosciuti agli agricoltori, evitando inoltre, per la prima volta da tanto tempo, di mandare i frutti al macero perché stoccati nei magazzini e non richiesti nei punti vendita”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Sardegna, Paolo Mele, nel commentare i dati raccolti in queste settimane dall’organizzazione agricola.
Il problema del caldo e della siccità
A contribuire nel creare questo risultato da “spreco zero” e buoni prezzi di vendita è stato inoltre il calo delle produzioni dovuto alla siccità che ha colpito diversi territori della penisola, in particolare al nord, permettendo alle aziende sarde di soddisfare i consumi locali e di raggiungere i mercati oltre Tirreno. Il forte caldo che ha inoltre caratterizzato questa stagione, fino all’arrivo delle perturbazioni di alcuni giorni fa, è alla base dell’ottima qualità del prodotto raccolto nei campi dell’Isola.
Il tecnico. “Il caldo anomalo e secco di questa estate e la possibilità di poter irrigare con costanza – ha spiegato Giovanni Sanna, agronomo della OP Sa Marigosa di Cabras – ha permesso alle piante di crescere rigogliose con un calo rispetto al passato dei problemi fitosanitari (attacco di insetti e parassiti fungini), che ha portato quindi a una riduzione drastica dei trattamenti sulle colture consegnando al consumatore dei frutti straordinari nel gusto e nella qualità”.