Pagine d’opera nel Barigadu per il IV Festival “Palcoscenici d’Estate” organizzato dal Teatro del Segno. “L’Orfeo – Favola in Musica” di Claudio Monteverdi su libretto di Alessandro Striggio. In scena venerdì 19 agosto alle 22 in piazza Santo Isidoro ad Allai (invece che presso il Ponte Romano come precedentemente annunciato). Si ispira al mito dell’antico aedo capace di ammansire le belve con il suo canto e del suo viaggio nell’Ade per riportare sulla Terra, tra i vivi, l’amata sposa Euridice, uccisa dal morso di un serpente.
Sotto i riflettori di Palcoscenici d’Estate i soprani Federica Cubeddu e Alice Madeddu. Il baritono Manuel Cossu e l’Orchestra da Camera “Johann Nepomuk Wendt” diretta da don Raimondo Mameli per una mise en espace in forma di concerto. Una selezione di celebri arie e duetti e affascinanti pagine strumentali, per riscoprire uno dei capolavori della storia del melodramma.
Giovedì 18 Agosto
Mario Capanna presenta “Il Risveglio del Mondo” per il IV Festival “Palcoscenici d’Estate”. STASERA (giovedì 18 agosto) alle 21 in piazza Santo Isidoro. L’ex politico, intellettuale e scrittore racconterà – in una conversazione con Mauro Pili (caporedattore de L’Unione Sarda) e l’editore Giuseppe Barile, con la partecipazione del sindaco di Allai Antonio Pili – l’utopia possibile di un “Parlamento Mondiale” (tema e titolo del saggio pubblicato da Santelli nel 2021) da cui prendono spunto gli interessanti contributi raccolti nel volume edito da Mimesis a cura dello stesso Capanna, che firma la Premessa e un’Appendice su “L’Assise dei Popoli”.
Artisti e studiosi, esponenti del mondo della cultura e della politica. Da Gabriele Salvatores e Flavio Oreglio a don Antonio Mazzi, Giacomo Marramao, Franco Cardini. Luciano Canfora e Gustavo Zagrebelsky, Nadia Urbinati, Elisabetta Trenta, Lucia Azzolina. Michele Serra, Roberto Vecchioni e Malalai Joya si confrontano con l’utopia realizzabile di una “assemblea” che rappresenti tutti i popoli della Terra.
A seguire (sempre STASERA giovedì 18 agosto alle 22.30) l’intrigante “Manhattan Suite”. Scritta e interpretata dal pianista e compositore Carlo Maria Barile, ispirata a “Delirious New York” dell’architetto danese Rem Koolhaas.
Finale in musica sabato 20 agosto alle 22 in piazza dei Balli con il concerto del Duo FantaFolk. Formato da Andrea Pisu alle launeddas e Vanni Masala all’organetto. Un itinerario alla (ri)scoperta della musica sarda fra tradizione e innovazione, poi spazio alla Festa Finale.
Per saperne di più: www.teatrodelsegno.com
Venerdì 19 Agosto
Il fascino del melodramma con “L’Orfeo – Favola in Musica” di Claudio Monteverdi su libretto di Alessandro Striggio. In cartellone venerdì 19 agosto alle 22 in piazza Santo Isidoro ad Allai. (Invece che presso il Ponte Romano come precedentemente annunciato). Nella penultima giornata della IV edizione del Festival “Palcoscenici d’Estate” organizzato dal Teatro del Segno. Con la direzione artistica di Stefano Ledda e con il patrocinio e il sostegno del Comune di Allai e della Regione Sardegna. Con un ricco cartellone fra prosa, musica, danza, cinema, gastronomia e letteratura dal 16 luglio al 20 agosto nel suggestivo paese del Barigadu.
L’opera si ispira al mito dell’aedo capace di ammansire le belve con il suo canto e della sua discesa all’Ade per ricondurre con sé sulla Terra l’amata sposa Euridice, la bellissima ninfa uccisa dal morso di un serpente. Sotto i riflettori i soprani Federica Cubeddu (nel ruolo de La Musica) e Alice Madeddu (Euridice) con il baritono Manuel Cossu (Orfeo) sulle note dell’Orchestra da Camera “Johann Nepomuk Wendt” diretta da don Raimondo Mameli (maestro concertatore e direttore) per una mise en espace in forma di concerto di una selezione di celebri arie e duetti e raffinate pagine strumentali, per riscoprire uno dei capolavori della storia della musica.
Teatro musicale
“L’Orfeo – Favola in Musica” di Claudio Monteverdi si inserisce tra le nuove forme di teatro musicale sperimentate con successo da alcuni anni in Italia, in particolare a Firenze. Il duca di Mantova Vincenzo Gonzaga aveva avuto occasione di assistervi durante i festeggiamenti per il matrimonio di Maria de’ Medici e Enrico IV di Francia nel 1600.
Il progetto di rappresentare un’opera in musica venne affidato all’Accademia degli Invaghiti. Di questa faceva parte, sotto il nome di “Ritenuto”, anche il conte Alessandro Striggio. Autore del libretto che attinge a fonti classiche come il decimo e l’undicesimo libro dalle “Metamorfosi” di Ovidio, e il quarto libro dalle “Georgiche” di Virgilio. Accanto alla “Fabula di Orfeo” di Angelo Poliziano, ma anche a “Il pastor fido” di Giovan Battista Guarini, per l’ambientazione agreste e al libretto di Ottavio Rinuccini per l’“Euridice” di Jacopo Peri e Giulio Caccini per la struttura del dramma, che si concludeva, pare, inizialmente con la minaccia delle Menadi e solo successivamente con l’apparizione di Apollo e l’apoteosi di Orfeo, destinato all’immortalità in virtù della sua arte.
L’opera ai Palcoscenici d’Estate
L’opera di Monteverdi è composta per le feste di Carnevale e fulgido esempio del mecenatismo dei Gonzaga. Dopo l’anteprima il 22 febbraio all’Accademia, debutta il 24 febbraio del 1607 al Palazzo Ducale di Mantova. Per essere poi riproposta negli anni immediatamente successivi in altre città italiane, ma anche in Francia al Palazzo del Louvre. Lo spartito, pubblicato nel 1609 e nuovamente nel 1615 riflette la prassi musicale del tardo Rinascimento e del Barocco, che lasciava ampia libertà nell’esecuzione in base alle inclinazioni e al talento degli interpreti.
“L’Orfeo” – dedicato al principe Francesco Gonzaga – consta di un prologo e cinque atti ed è caratterizzato da un significativo uso dei diversi strumenti per distinguere l’ambiente idilliaco di un’Arcadia che fa da cornice al racconto dalle atmosfere di una vicenda ricca di emozioni e di pathos: l’introduzione è affidata allo “spirito della Musica” che introduce l’argomento e allude al potere dei suoni di rasserenare gli animi.
Nel primo atto si narrano le nozze di Orfeo e Euridice con i lieti cori delle ninfe e dei pastori, mentre il poeta chiama gli astri a testimoni della sua felicità. Entrando nel secondo atto giunge l’annuncio della tragedia e l’aedo rivela il proposito di recarsi nell’Ade per ricondurre con sé l’amata. Nel terzo atto il viaggio negli Inferi e l’incontro con Caronte, che rifiuta di traghettarlo oltre lo Stige, finché l’eroe lo addormenta con il suo canto.
Giunge così, nel quarto atto, al cospetto di Proserpina e Plutone, da cui ottiene la salvezza di Euridice, che lo seguirà fino al mondo dei vivi, purché lui non si volga a guardarla, ma egli non resiste al desiderio di vederla e l’immagine di lei svanisce sotto i suoi occhi. Infine nel quinto atto il poeta inconsolabile viene raggiunto dal dio Apollo, che gli dona l’immortalità e lo porta con sé nel cielo, dove potrà ritrovare la bellezza della sposa perduta nel sole e nelle stelle.
Un’antica favola
Una favola antica sulla forza dell’amore che vince anche la morte e sulla fragilità del cuore umano. Il dubbio e la paura a spingere Orfeo a infrangere la promessa e quindi rinunciare per sempre alla speranza di riavere accanto a sé Euridice si intreccia agli altri miti legati alla figura dell’aedo tracio, figlio della Musa Calliope e incarnazione dell’arte dei suoni e dell’incanto della poesia. L’opera di Monteverdi, scomparsa per un lungo periodo dalle scene dopo la morte dell’autore, è stata riscoperta alla fine del XIX secolo. Dapprima con varie rappresentazioni in forma di concerto, tra cui l’esecuzione al Conservatoire de Paris con la direzione di Vincent d’Indy nel 1904 nella versione francese. Nel 1909 al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano (con la revisione di Giacomo Orefice).
l’Orfeo – Favola in Musica
Nel Novecento la prima rappresentazione in epoca moderna al Teatro La Fenice di Venezia nel 1910 con la direzione di Guido Carlo Visconti di Modrone con Giuseppe Kaschmann. Poi al Grand Théâtre de Monte Carlo con Elvira de Hidalgo, a Parigi nel 1911. Al Metropolitan Opera House di New York del 1912 e al Teatro San Carlo di Napoli del 1920. Seguono altre prestigiose edizioni con eccellenti cast e importanti direttori d’orchestra. Finché il capolavoro del compositore cremonese è rientrato a pieno titolo nel repertorio. Anche con esecuzioni “filologiche” che puntano a restituire il timbro e le dinamiche degli strumenti secenteschi oltre allo stile del belcanto.
Un’architettura rigorosa e fedele alla regola aristotelica dell’unità di tempo e di luogo all’interno di ciascuna scena, impreziosita da suggestive figure sceniche e musicali. L’Aria strofica, il recitativo, i cori, le danze, gli interludi musicali – che esaltano la bravura degli interpreti erano state già sperimentate e appartenevano alla cultura del tempo. Eppure “L’Orfeo” di Monteverdi presenta elementi di forte innovazione, intanto per il senso drammatico e la forza del pathos che smentisce la dimensione idilliaca di una favola pastorale e, come scrisse Robert Donington: «Lo spartito non contiene elementi che non siano basati su altri già ideati in precedenza, ma raggiunge la completa maturità in questa forma artistica appena sviluppata… Vi si trovano parole espresse in musica come volevano fossero espresse; vi è musica che le esprime… con l’ispirazione totale del Genio».
I PROSSIMI APPUNTAMENTI
Il IV Festival “Palcoscenici d’Estate” ad Allai (OR) si chiude con un finale in musica sabato 20 agosto alle 22 in piazza dei Balli con “FantaFolk”. Il concerto del duo formato da Andrea Pisu alle launeddas e Vanni Masala all’organetto, è incentrato sulla rivisitazione del repertorio musicale contemporaneo internazionale. Una interpretazione inedita e originale attraverso le sonorità, i colori, i timbri e le dinamiche degli antichi strumenti dell’Isola, fra tradizione e sperimentazione. «Riuscendo ad abbracciare tutti gli stili e creando un tessuto melodico davvero unico», sorprendente e seducente, di grande suggestione.
A seguire la Festa Finale con gli artisti e gli spettatori uniti in un unico brindisi, con l’auspicio di ritrovarsi per la prossima edizione di Palcoscenici d’Estate ad Allai.
Il IV Festival Palcoscenici d’Estate ad Allai è organizzato dal Teatro del Segno con la direzione artistica di Stefano Ledda. Con il patrocinio e il sostegno del Comune di Allai, dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali. Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Autonoma della Sardegna. Inserito nel progetto Intersezioni / rete di festival senza rete promosso da Fed.It.Art Sardegna, e si avvale delle preziose collaborazioni con la Fondazione Sardegna Film Commission, il CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna e Guilcer Spettacoli. Il Teatro del Segno aderisce al CUSS / Coordinamento Unitario dello Spettacolo dal vivo della Sardegna.